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Metodo di Ricerca ed analisi adottato


Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato suwww.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com

Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

mercoledì 24 aprile 2019

Libia. Parigi rafforza la sua influenza in Africa


La mossa francese per mettere le mani sulla Libia
E l’Italia?



di Matteo Bortolani*

La risoluzione 1973 ONU che ha legittimato l‟intervento militare che garantisse una no-fly zone sui cieli libici a scopi “umanitari” ovvero preservando i ribelli dai bombardamenti del raìs, non solo, la no-fly-zone è stato il primo passo, si è passati molto presto al diretto supporto delle milizie ribelli, con azioni anche aria-terra e non solo aria-aria. La frettolosa campagna aerea condotta dalle nazioni unite senza una exit strategy o un obbiettivo politico anche a medio termine, ha portato ad una seconda guerra civile, l‟inserimento dell‟Isis e la frammentazione politica attuale.
L‟intervento francese si è dimostrato disastroso, se non per lo scopo principe, ovvero l‟eliminazione di Gheddafi. Ora il governo francese si è spostato in un‟asse diverso rispetto a quello delle Nazioni Unite, ovvero supporta il generale Haftar in controtendenza e in alcuni casi anche di scontro con i suoi partner europei, tra cui l‟Italia.
Come gestì il quadro libico l‟Italia? Quale futuro si prospetta?
In Italia, l‟allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si mostrò scettico nell‟abbattere il colonnello, con cui mesi prima aveva concluso vantaggiosi accordi economici e si trovò in grande difficoltà a fornire basi e aerei per il bombardamento del suolo libico. Ciò che la Francia ha cominciato l‟Italia deve finire, per questo è importante ridefinire in termini più massicci l‟influenza italiana in Libia, necessario è scrollarsi di dosso quel decennale servilismo che danneggia gli interessi italiani proprio sulla sua ex colonia.
Come’è intervenuta l’Italia e quali sono gli interlocutori?
L’Italia sostiene il premier Al Serraji, pur considerato un interlocutore legittimo dall’ONU, non ha i mezzi ne l’influenza politica necessaria per poter governare, non tanto per il sostegno internazionale, ma per l’effettivo potere che ha a disposizione, non essendo molto conosciuto è legato alle milizie con un legame più economico che politico, di convenienza, in quanto l’unico posto dove ha effettivamente potere è la base navale in cui ha sede.
Le personalità che godono di maggiore fama e seguito sono tre: Haftar l‟uomo forte del parlamento di Tobruk, Ghwell primo ministro fino al 2017 e autore di un tentato golpe e forte di una base clientelare con varie milizie, infine una figura molto conosciuta in Libia ma poco acclamata dalla stampa occidentale ovvero il secondogenito di Gheddafi, Saif Al-Islam.
Ha senso continuare a giocare a fondo perduto su Al-Serraji o ha più senso puntare su un leader più carismatico e incisivo?



* Dottore, Ricercatore CESVAM

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