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Metodo di Ricerca ed analisi adottato


Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato suwww.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com

Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

martedì 20 dicembre 2022

MIgranti dall'AFrica.


 Fonte: Repubblica. Le Rotte dei Migranti


 %0 Mila sono previsti in arrivo dalla Libia, sopratutto dalla Cirenaica in mano a forse simpatizzanti per la Russia

 La Carta mostra anche la immigrazioni in Europa in cui vi sono 275.ooo ingressi illegali, di cui 128.circ adalla rotta balcanica.


 Analisi Politica su ARma dei Migranti in "www.coltrinariatlanteitalia.blogspot.com" in data 10 dicembre 2022

domenica 11 dicembre 2022

L'interesse Europeo per il Niger


 Fonte LIMES Rivista Italiana di Geopolitica

info: www.ilmioabbonamento.it

domenica 20 novembre 2022

La Presenza Francese in Africa


 Fonte. LIMES Rivista Italiana di Geopolitica

info:www.ilmioabbonamento.it


Erede del passato coloniale, l'interesse francese in AFrica è nella parte nord occidentale del continente. In particolare  gravita sul Niger e nei territori limitrofi ove sono presenti miniere di uranio  essenziali per il nucleare civile francese.

Materiale base per una tesi per il Master di 1° Liv. In Politica Militare Comparata (info:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.or

Note: www.valoremilitare.blogspot.com)

mercoledì 9 novembre 2022

Somalia. situazione e relazioni con il terrorismo

 Il governo somalol o armando le milizie locali, ha ottenuto dei successi nella lotta contro  Al Shabaab. Ma come mostrano i recenti attentati non ha fermato la minaccia jihadista. Quindi la strategia adottata contro il terrorismo si è dimostrata inefficace. Al momento Al Shabaab è sotto pressione per le operazioni militari condotte nelle ultime settimane dall'esercito insieme alle milizie claniche maawisley. Questo anche in virtù di una presenza costante e permanente di forze statunitensi, avvenuta dopo la fine della presidenza Trump. La scorsa settimana un drone statunitense ha ucciso Abdullahi Yare, uno dei fondatori di Al Shabaab.

 In questo contesto di guerra la Somalia affronta una delle peggiori siccità degli ultimi cinquat'anni. Lo spettro della fame incombe su 8 milioni di persone che dipendno dagli aiuti umanitri per sopravvivere. La carestia del 2011 causò 260 mila morti sopratutto nelle zone controllate da Al Shabaab.


per appronfondire

 Fonte: Internazionel 1485, 4 novembre 2022. disponibile nella Emeroteca del CESVAM

domenica 30 ottobre 2022

Alfonso Licata Nuova Luce sulla sorte dei Fratelli Vivaldi

 DA UN INEDITO MANOSCRITTO MEDIEVALE: 

FURONO LORO I PRIMI A CIRCUMNAVIGARE L’AFRICA

Planisfero di Andrea Bianchi , anno 1436

Si notino, in alto a destra, due galee presso la costa  d’Etiopia


di Alfonso Licata *

La spedizione dei navigatori genovesi Vadino e Ugolino Vivaldi ha rappresentato un episodio mitico e ammantato di grande mistero, intrapresa nella primavera dell’anno 1291 con l’intento transoceanico di  raggiungere le Indie attraverso la circumnavigazione dell’Africa. La notizia dell’impresa di viaggio dei fratelli Vivaldi ci era giunta, fino ad oggi,  soltanto attraverso gli Annales di Genova scritti dal cronista Jacopo Doria,articolata nel seguente passo:

              “In quell’anno, Tedisio Doria, Ugolino de’ Vivaldi e suo fratello, con alcuni altri cittadini di Genova, intrapresero un viaggio che nessuno mai fino ad allora aveva tentato. Armarono di tutto punto due galee, vi caricarono cibo, acqua e quanto altro serviva, e nel mese di Maggio le misero in mare dirette allo stretto di Ceuta: volevano raggiungere l’India navigando per l’Oceano, per riportare da lì prodotti utili. Su queste galee partirono i due fratelli Vivaldi in persona e due francescani. L’impresa parve un evento straordinario non solo a chi la vide, ma anche a chi ne sentì parlare. Passarono dalla località di Gozora; ma da lì in poi non abbiamo più saputo nulla di loro. Dio li protegga e li riporti a casa sani e salvi.

Ebbene, una nuova fonte recentemente venuta alla luce, ci rende nota una diversa sorte dei fratelli Vivaldi: essi, contrariamente a quanto si è sempre pensato, non sarebbero naufragati e dispersi con le loro galee durante la traversata oceanica al di là delle Colonne d’Ercole, ma non avrebbero fatto mai ritorno in patria volontariamente, a causa del grande pericolo che incombeva per affrontare il viaggio di ritorno.  Si tratta della Cronica Generalis sive universalis del frate domenicano Galvano Fiamma, un’opera manoscritta incompiuta, scritta pare verso il 1340, che rappresenta, nelle intenzioni dell’autore, una storia del mondo fin dalla sua origine – la Creazione -  e attualmente si trova  in possesso di un privato collezionista negli Stati Uniti .             

Da dove attinge il frate domenicano le sue notizie, tra cui quella sulla sorte dei fratelli Vivaldi? Egli stesso ci svela la fonte della sua narrazione come è nel suo abitudinario modo di scrivere: un Tractatus de mappa Ianuensi quam composuit sacerdos Sancti Marchi de Ianua scritto da un altro frate domenicano, Giovanni da Carignano, illustrissimo pioniere della storia della cartografia medievale, Rettore della Chiesa di San Marco in Molo, ubicata all’interno del porto di Genova fino alla sua morte, avvenuta nel 1329 . Quest’opera di Giovanni da Carignano, ancorchè conosciuta per il fatto di essere menzionata dal Supplementum cronicarum di Giacomo Filippo Floresti (a sua volta probabile fonte del Galvano Fiamma ) sembrava essere perduta. Galvano , pertanto, prende le sue notizie dal Tractatus de mappa di Giovanni da  Carignano, che costituisce uno scritto aggiuntivo ed integrativo di mappe o planisferi, ove sono contenute informazioni che, per la loro estensione e numero, non potevano essere riportate sulle mappe , carte nautiche , portolani o mappamondi.

Ma l’illustre cartografo, a sua volta, da chi attinse le notizie? E qui Galvano Fiamma ci rivela, con circa cento anni di anticipo, che nell’anno domini MCCC ( anno 1300, da intendersi però indicativamente ) vi fu il primo contatto diplomatico  fra la denominata “Etiopia” dell’epoca medievale e l’Europa occidentale, per mezzo di una lettera dell’Imperatore di Etiopia diretta al Re di Spagna, affidata a ben trenta ambasciatori, contenente una proposta di alleanza militare contro i musulmani, lettera che, a causa del decesso del Re di Spagna, (identificato senza dubbio con Ferdinando IV di Castiglia e Lèon, regnante dal 1295 al 1312) fu consegnata ad Avignone al Papa Clemente V (in carica dal 1307 fino alla sua morte avvenuta nel 1314).

Nel racconto di Galvano Fiamma riferentesi alla spedizione dei fratelli Vivaldi compare un comandante dal nome sconosciuto, tale  Uberto di Savignone e si riporta il racconto degli  ambasciatori, come anzidetto,i quali dissero che i Genovesi fratelli Vivaldi erano giunti nella loro terra, ma avevano rinunciato a tornare in patria per le difficoltà del viaggio. Riporto di seguito il passo, tradotto dal latino:

“Non furono soltanto quegli ambasciatori etiopi a venire da noi, ma una volta anche alcuni dei nostri andarono da loro; lo raccontarono quei trenta ambasciatori nella città di Genova. Si sa che nell’anno 1290 due galee genovesi, con imbarcati più di 600 cristiani e alcuni chierici ; i comandanti erano Uberto di Savignone e [ ]. Essi oltrepassarono lo stretto di Spagna e, navigando per il mare Atlantico, giunsero nell’Etiopia, a sud dell’Equatore. Non avevano più viveri; scesero a terra e si misero a razziare tutto ciò che trovavano, perché morivano di fame. Furono catturati e portati dall’imperatore che si è detto, e questi, saputo che erano cristiani e sudditi della Chiesa romana, li incontrò volentieri, li onorò molto e conferì loro grandi dignità. Non rientrarono più a Genova: non se la sentirono di tornare per mare, per i pericoli che vanno oltre ogni immaginazione, e non poterono tornare per terra, perché in mezzo stanno i musulmani, che cercano di impedire con tutte le loro forze che i cristiani vadano in Etiopia e che gli Etiopi vengano da noi, perché temono che si alleino contro di loro, cosa che sarebbe la loro fine. Tutto questo lo narrarono gli ambasciatori dell’imperatore di Etiopia che furono a Genova, e che videro quei Genovesi in Etiopia.”

Non vi è dubbio che la spedizione di cui parla Galvano Fiamma sia  quella di cui parla Iacopo Doria nei suoi Annales.

Vi sono alcuni punti in cui non vi è perfetta coincidenza nei particolari ( l’anno riportato nel manoscritto è il 1290, e non il 1291; i componenti dell’equipaggio vengono indicati in numero di 600, un po’ troppi; il comandante non è un Vivaldi, ma tale Uberto di Savignone (località vicino a Genova).

 La cosa piu’ interessante risiede però in quel che  Galvano Fiamma dice della sorte dei naviganti: essi non scomparvero nell’oceano facendo naufragio, ma approdarono in una terra chiamata “Etiopia”, dove vennero bene accolti.   I marinai dell’equipaggio, finite le vettovaglie, sbarcarono, si diedero al saccheggio e furono catturati dai soldati dell’Imperatore di Etiopia; questi, accertato che erano cristiani, li accolse con molti onori e concesse loro di rimanere nel suo regno. Non tornarono indietro perché non se la sentirono di affrontare di nuovo, a ritroso, un così pericoloso viaggio.

Un altro aspetto importante ai fini della ricostruzione storica, in ordine alla notizia riportata da Giovanni di Carignano sull’esito della spedizione dei fratelli Vivaldi,  è dato dal fatto che gli eventi riferiti sembrano ben conciliarsi con alcune notizie provenienti da altre fonti considerate fantasiose e non affidabili dagli studiosi, che del pari accennano alla sopravvivenza dei navigatori Vivaldi in Africa e ai grandi pericoli della navigazione.




In proposito giova qui ricordare che  Il Libro del conosçimiento de todos los reynos....., (un insieme di relazioni di viaggi immaginari) scritto verso il 1375 da un religioso anonimo, parla del viaggio intrapreso anni dopo da un genovese di nome Sorleone, imbarcatosi alla ricerca del padre Ugolino Vivaldi: ecco la traduzione del passo:

“A quanto mi dissero nella città di Graçiona, lì erano stati portati i genovesi che erano scampati al naufragio della loro galea ad Amenuan; dell’altra galea, che si era salvata, non conoscevano la sorte... Nell’altra città di Magdasor mi raccontarono di un genovese, di nome – dicevano – Sorleone, che era andato lì in cerca di suo padre, che era partito con le galee di cui si è parlato. Gli avevano tributato tutti gli onori; Sorleone voleva passare nell’impero di Graçiona per cercarlo, ma l’imperatore di Magdasor glielo impedì perché il viaggio era troppo incerto, per i pericoli lungo la via.”

Ancora: nell’anno 1453 il cosiddetto Itinerario di Antoniotto Usodimare accenna  alla spedizione dei Vivaldi, evidenziando  la  sopravvivenza in Africa di gente che faceva parte dell’equipaggio:

“Nell’anno 1290 partirono da Genova due galee, armate dai fratelli Vadino e Guido de’ Vivaldi, che volevano andare in Oriente, nelle regioni dell’India. Le galee fecero una lunga navigazione; ma quando arrivarono nel mare dell’Etiopia, una delle due si incagliò in una secca, e non riuscì più a proseguire. L’altra continuò il viaggio e attraversò quel mare fino a giungere a una città dell’Etiopia chiamata Mena. Lì furono catturati e tenuti prigionieri dagli abitanti, che sono cristiani dell’Etiopia, sottomessi al Prete Gianni. Quella città si trova sul mare, presso il fiume Sion. La loro prigionia fu tale che nessuno di loro poté poi ritornare da lì. Tutto questo fu raccontato da mercanti etiopi nella città del Cairo.”

Concludendo , possiamo oggi ritenere che, con ogni probabilità, queste notizie già da tempo conosciute risalgono alla conoscenza del Tractatus de mappa di Giovanni da Carignano: il manoscritto di Galvano Fiamma, che da questo attinge,  apre quindi  un’altra finestra sulla conoscenza  storica e, all’esito degli approfondimenti delle ricerche in corso, potrebbe riservarci altre clamorose rivelazioni. 

                         


                                         

              Avv. Alfonso Licata

* Presidente del Comitato Internazionale delle Celebrazioni del VII Centenario della scoperta delle Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello (1312-2012)

* Presidente del Comitato delle Isole Canarie della Società Dante Alighieri

giovedì 20 ottobre 2022

Kenya: antiguerriglia. Come fu vinta la resistenza dei Nandi II parte


I discendenti della etnia Nandi, che a fine ottocento si oppose al colonialismo britannico in Kenya pretendono dal nuoco re di Gran Bretagna Carlo III la testa del Capo Guerrigliero Koitalei arap Samoei  che in Kenya è ricordato come un eroe nazionale. Come detto nel post precedente , fu ucciso in un tranello e la sua testa inviata a Londra come trofeo.
 La resistenza dei Nandi era nata e sviluppata in quanto si opponevano alla costruzione della ferrovia che collega Monbasa con L'Uganda, cosa questa che anche in Gran Bretagna per altre ragioni aveva suscitato forti opposizioni
 I discendenti del col. Richard Meinerzhagen, che uccise Samorei, hanno già restituito due bastoni appartenenti al Capo Guerrigliero. Ora i discendenti pretendo di più. Vogliono la restituzione della Testa ed hanno inoltrato la richiesta a Carlo III
 Una pagina di colonialismo in cui terrorismo ed antiterrorismo sono ampiamente esplicati e che i Kenyoti intendono chiudere in modo onorevole.
La richiesta si inquadra nel momento in cui, con Carlo III, appare sempre più debole e il prestio della defunta regina Elisabetta, ormai non è più sufficiente a tenere chiuse pagine di un colonialismo molto feroce, sopratutto in Kenya.


 

sabato 8 ottobre 2022

Kenya: antiguerriglia. Come fu vinta la resistenza dei Nandi I parte

 


Una delle tante etnie del Kenya sono i Nandi molto attive ed indipendenti  alla fine dell'Ottocento. Per oltre dici anni diedero del filo da torcere ai Britannici al costo di miglia di morti. A capo di questa opposizione di guerriglia vi era Koltalel arap Samoei. La resistenza dei Nandi fu vinta con uno stratagemma non molto onorevole per i britannici. Il 19 ottobre 1905 i vertici della resistenza guidati da Samoei si presentarono ad un convegno per colloqui di pace. In realtà era una trappola organizzata dai Britannici che trucidarono tutti i Nandi. La testa del loro capo come trofeo fu inviata a Londra a significare che ormai il territorio era stato pacificato.


(Terrorismo ed Antiterrositmo Internazionale - www.unicusano.it/master)

venerdì 30 settembre 2022

Anno Accademico 2022/2023 Apertura Iscrizioni Master Politica Militare Comparata ed altri

 

L’Istituto del Nastro Azzurro, tramite il CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare, ha attivato presso la Università degli Studi N. Cusano Telematica Roma master di 1° livello e corsi di perfezionamento  colti, nel quadro dei programmi accademici, a diffondere ed approfondire gli studi e le ricerche sul Valore Militare.

1.      Master di 1° Liv. In “Storia Militare Contemporanea. Dal 1796 ad oggi”.  presso la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico 2018/2019 (per laureati)

Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master

 

Master di 1° Liv. In “ Politica Militare Comparata. Dal 1960 ad oggi. presso la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico 2020/2021 (per Laureati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master

 

Master di 1° Liv. “Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale”. presso la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico 2021/2022 (per Laureati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master

 

Corso di Aggiornamento e Perfezionamento . “Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale. presso la degli Studi N. Cusano Telematica Roma.. Attivato dall’anno Accademico 2021/2022 (per Diplomati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master

 

I Soci del nastro Azzurro hanno condizioni agevolate di iscrizione che sono riportate sul bando

Ulteriori Indicazioni ed approfondimenti: info  didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org

martedì 20 settembre 2022

Droni nella Guerra del Tigrai


 


Fonte Atlante delle Guerre Settembre 2022

venerdì 9 settembre 2022

La Guerra nel Tigrai

 “L’Unicef condanna fermamente l’attacco aereo a Macallè, la capitale della regione del Tigrai, in Etiopia. Il raid  ha colpito un asilo, uccidendo diversi bambini e ferendone altri. L’Unicef invita tutte le parti ad accettare l’immediata cessazione delle ostilità. Ancora una volta – dice un comunicato del Fondo per l’infanzia dell’Onu –  un’escalation di violenza nel Nord dell’Etiopia ha portato i bambini a pagare il prezzo più alto. Per quasi due anni, i bambini e le loro famiglie nella regione hanno sopportato l’agonia di questo conflitto. Deve finire”. La condanna è la conferma di quanto accaduto nella capitale tigrina .

Il raid è di venerdi ed è  arrivato pochi giorni dopo lo scoppio dei combattimenti al confine meridionale della regione tra forze governative e guerriglieri tigrini, ponendo fine a una tregua di cinque mesi. Il Governo di Addis Abeba ha però  negato quanto affermato del  Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) che controlla la regione settentrionale, secondo cui  il raid aereo ha demolito un asilo e colpito una zona residenziale civile. Addis Abeba dice che aveva preso di mira solo siti militari e ha accusato il Tplf di falso.  Kibrom Gebreselassie, direttore clinico capo dell’Ayder Referral Hospital di Mekelle, ha detto però all‘Afp che quattro persone sono rimaste uccise nel raid, inclusi due bambini mentre altri nove sono stati feriti. Secondo Unicef, almeno 33.000 bambini in zone inaccessibili del Tigrai sono gravemente malnutriti e, senza un aiuto immediato, sono in imminente pericolo di vita. Questi bambini sono tra gli oltre 2,2 milioni nell’Etiopia settentrionale in condizioni di insicurezza alimentare acuta, compresi almeno 140.000 nel Tigrai, che stanno già affrontando condizioni simili alla carestia

Sotto accusa per il raid sono i droni impiegati dall’esercito etiopico. A fine giugno, con  immagini trasmesse dalla televisione di Stato, l’esercito di Addis  ha mostrato droni da combattimento di costruzione straniera durante una cerimonia di consegna del diploma per i piloti militari e i velivoli apparsi nel filmato sarebbero un Bayraktar TB2 turco e un Wing Loong 1 di fabbricazione cinese. Entrambi sono descritti come veicoli aerei senza pilota (Uav) di media quota, di lunga durata (il Bayraktar può volare per oltre un giorno)  capaci di attacchi armati.


Fonte Atlante delle Guerre settembre 22

mercoledì 31 agosto 2022

Repubblica Democratica del Congo. Incertezza sul futuro

Congo 

A due settimane dall’inizio delle proteste la situazione rimane tesa nella Repubblica Democratica del Congo. Si paventa la possibilità di un ritiro totale della Monusco

di Marta Cavallaro

A due settimane dall’inizio delle proteste la situazione rimane tesa nella  Repubblica Democratica del Congo e si paventa la possibilità di un ritiro totale delle forze Onu. Quella di lunedì scorso 1° agosto è stata infatti solo l’ultima di una serie di proteste che dalla scorsa settimana si succedono nella Repubblica Democratica del Congo contro Monusco, la missione di pace ONU operativa dal 2010. I manifestanti richiedono il ritiro delle forze Onu, accusate di non essere in grado di proteggere la popolazione e contrastare i gruppi armati attivi nel Paese. Le proteste, cominciate il 25 luglio quando i manifestanti hanno fatto irruzione nella base Onu a Goma, si sono concentrate nell’Est del Paese, nelle province del Nord e Sud Kivu. In una dichiarazione rilasciata il 26 luglio, le Nazioni Unite hanno condannato gli attacchi subiti, accusando i manifestanti di aver attaccato con colpi di arma da fuoco e pietre e di aver saccheggiato e dato fuoco a diverse strutture ONU.

I Caschi Blu non sono però esenti da colpe: il 31 luglio alcuni soldati della missione, di ritorno dall’Uganda, hanno aperto il fuoco contro un gruppo di civili e uomini in uniforme nella città frontaliera di Kasindi. Il diverbio, che è stato ripreso in un video diffuso sui social media, era scoppiato perché al convoglio Onu\ veniva impedito di attraversare la frontiera e rientrare nel paese. Secondo le autorità locali, due civili sarebbero stati uccisi dai colpi dalle forze Onu e i feriti sarebbero una decina. In una seconda dichiarazione, la Rappresentante Speciale del Segretario Generale ha condannato l’accaduto e ha assicurato che un’indagine era già stata aperta per identificare e arrestare i colpevoli. A due settimane dall’inizio delle proteste, i feriti sarebbero almeno 60 mentre i morti  almeno 22, di cui 3 membri di MonuscoLa situazione rimane tesa: il Governo ha esplicitamente chiesto al portavoce della missione di lasciare il Paese e si paventa la possibilità di un ritiro totale di Monusco.

Tra le più grandi e costose missioni delle Nazioni Unite nel mondo, Monusco conta più di 17.000 Caschi Blu e vanta un budget annuo di 1 miliardo di dollari. La presenza dell’ONU nella Repubblica Democratica del Congo inizia nel 1999 con una missione di osservazione (MONUC) che aveva il compito di monitorare l’implementazione dell’accordo di Lusaka che pose fine alla seconda guerra del Congo. Nel 2010 MONUC è rinominata MONUSCO e investita di un nuovo mandato: proteggere la popolazione civile e dare supporto al Governo congolese nei suoi sforzi per consolidare la pace e stabilizzare il paese. Nel 2014 la missione è stata fornita di una Intervention Brigade, autorizzata a prendere iniziativa in azioni di attacco (e non solo di difesa) per neutralizzare i gruppi armati e ridurne la minaccia.

Negli ultimi anni la fiducia dell’opinione pubblica locale nei confronti dei Caschi Blu è calata precipitosamente. La reputazione delle forze Onu è stata intaccata dagli scandali di violenza e abusi sessuali perpetrati dai membri della missione contro la popolazione e dalla percezione generale del loro fallimento nella lotta contro i gruppi armati. Le proteste degli ultimi giorni sono solo l’ultima espressione di una crescente ostilità nei confronti delle forze internazionali che, seppur presenti nel paese da più di 20 anni e dotate di ingenti risorse, non sono state in grado di ripristinare la pace.

La Repubblica Democratica del Congo rimane un Paese dilaniato da conflitti. Secondo un report pubblicato dal Congo Research Group, sono circa 120 i gruppi armati ancora attivi nell’est del paese, regione ricca di risorse minerarie, oro, diamanti e idrocarburi. Tra i gruppi ribelli spicca l’M23 che, dichiarato sconfitto 10 anni fa, ha ripreso le sue attività dallo scorso novembre. L’offensiva ha provocato una nuova crisi umanitaria che ha ulteriormente esasperato la popolazione congolese mettendo in risalto l’incapacità delle forze ONU di consolidare pace e stabilità in un paese in cui violenza e minacce aumentano di giorno in giorno.

Gli insuccessi di Monusco sono evidenti, ma sarebbe miope attribuire alle forze Onu tutte le colpe del deterioramento della sicurezza nazionale. Feliz Ndahinda, ricercatore indipendente sulla regione dei Grandi Laghi e professore all’Università del Ruanda, sottolinea che Monusco è spesso usata come capro espiatorio da politici e autorità locali per incanalare il malcontento popolare lontano dai vertici del potere. Intervistato da Al Jazeera, Ndahinda ha ricordato che le proteste sono scoppiate qualche giorno dopo le dichiarazioni violente del Presidente del Senato che in un raduno a Goma invitava la missione a “fare le valigie”. Narrative violente come questa tentano di nascondere agli occhi della popolazione che molte delle critiche rivolte a Monusco riflettono un fallimento generale della politica a livello nazionale e regionale.

Fonte Atlante delle Guerre settembre 2022

sabato 20 agosto 2022

Africa. Le incidenze del cambiamento del clima


Caldo in terra e in mare

Il rapporto dell’OMM ha confermato che gli ultimi sette anni sono stati i più caldi mai registrati. La temperatura media globale nel 2021 era di circa 1,11 (± 0,13) °C al di sopra del livello preindustriale. Eccezionali ondate di caldo hanno abbattuto tutti i record nel Nord America occidentale e nel Mediterraneo. La Death Valley, in California, ha raggiunto i 54,4 gradi il 9 luglio, eguagliando un valore del 2020 simile al più alto registrato al mondo almeno dagli anni ’30, e Siracusa in Sicilia ha raggiunto i 48,8 gradi. La provincia canadese della Columbia Britannica ha toccato i 49,6 gradi il 29 giugno provocando più di 500 decessi e alimentando incendi devastanti che, a loro volta, hanno peggiorato l’impatto delle inondazioni di novembre.

Anche il ‘caldo oceanico’ è stato record. A profondità superiori a 2000 metri le acque hanno continuato a riscaldarsi nel 2021 e si prevede che continueranno a farlo in futuro, in un processo che gli scienziati definiscono irreversibile. Tutti i set di dati concordano sul fatto che i tassi di riscaldamento degli oceani mostrano un aumento particolarmente forte negli ultimi due decenni: il calore sta penetrando a livelli sempre più profondi. Gran parte dell’oceano ha subito almeno un’ondata di caldo marino “forte” nel 2021.

mercoledì 10 agosto 2022

Africa Le incidenza del cambiamento del clima Yemen

 In Yemen alla guerra si sono unite inondazioni e siccitàche hanno portato alla distruzione di rifugi e infrastrutture, hanno limitato ulteriormente l’accesso ai mercati e ai servizi di base e hanno facilitato la diffusione di malattie mortali. A metà aprile, forti piogge e inondazioni hanno interessato diverse parti del Paese, colpendo 7mila persone. Tra queste il 75% erano sfollati interni. Nel Paese ci sono oltre 4milioni di sfollati interni. La stagione delle piogge ha portato nel 2021 pesanti precipitazioni, forti venti e inondazioni, in particolare alle zone costiere. Le inondazioni, inoltre, hanno bloccato le strade, impedendo la consegna di assistenza salvavita.


domenica 31 luglio 2022

Africa. Le incidenze del cambiamento del Clima Monzambico

 n Mozambico l’aumento delle tempeste tropicali e delle precipitazioni violente ha aumentato significativamente la vulnerabilità delle persone già colpite dal conflitto. Nuovamente vittime anche migliaia delle famiglie che erano già state sfollate dai Cicloni Idai e Kenneth nel 2019. Nel gennaio 2021 i forti venti, le inondazioni e il ciclone Eloise hanno danneggiato o distrutto i rifugi di oltre 8700 di queste famiglie sfollate, oltre a scuole e ospedali. Anche in Nigeria siccità e inondazioni hanno reso più vulnerabili le persone già sfollate a causa del conflitto nel Nord-est del Paese. La situazione è ulteriormente peggiorata nella prima metà del 2021, con circa 294mila nuovi spostamenti.


mercoledì 20 luglio 2022

Africa: le incidenze del cambiamento climatico

 Le attività umane stanno causando cambiamenti al clima su scala planetaria nellaterra, nell’oceano e nell’atmosfera, con ramificazioni dannose e durature per lo sviluppo sostenibile e gli ecosistemi. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale pubblicato il 18 maggio 2022. Il testo ha analizzato la situazione globale attraverso quattro indicatori chiave del cambiamento climatico (concentrazioni di gas serra, innalzamento del livello del mare, calore oceanico e acidificazione degli oceani) ed è arrivato a stabilire che tutti hanno raggiunto nuovi record nel 2021.

Fonte Atlante delle guerre 2022.

domenica 10 luglio 2022

Le migrazioni dall'AFrica

 Ancora morti nell’enclave di Melilla, dove circa duemila persone, secondo quanto indicato dalle autorità maorocchine, si erano ammassate nei pressi della frontiera. Le forze del Regno li hanno respinti con la forza, provocando almeno 37 morti. Melilla e Ceuta rappresentano le sole frontiere europee terrestri sul continente africano e sono spesso teatro di repressione. Il sindaco di Melilla, Eduardo de Castro ha riconosciuto che l’assalto da parte dei migranti “è stato particolarmente violento”, ma ha anche denunciato la “risposta sproporzionata” da parte delle forze dell’ordine del Marocco.

Il tentativo di ingresso in Europa è cominciato ieri attorno alle 6:40 di ieri. Chi ha tentato di attraversare il confine era per la maggior parte di nazionalità marocchina, ma c’erano anche alcune centinaia di persone provenienti dall’Africa sub-sahariana.

La gestione del transito di migranti tra le due enclavi e la Spagna è ondivago. Nel maggio 2021 più di 10mila migranti entrarono a Ceuta in 24 ore, sfruttando la decisione delle autorità marocchine di effettuare minori controlli. Decisione che provocò il richiamo dell’ambasciatrice spagnola a Rabat. Per porre fine all’incidente diplomatico il premier Sanchez ha mesi dopo dichiarato pubblicamente il proprio sostegno al piano marocchino di autonomia per il Sahara Occidentale.


Fonte Atlante delle Guerre luglio 22

domenica 19 giugno 2022

Strage In Nigeria

 “Chi ha commesso il massacro domenica 5 giugno nella chiesa San Francesco Saverio di Owo in Nigeria è un gruppo ben organizzato e ben addestrato e il bilancio delle vittime potrebbe essere più alto rispetto alla versione ufficiale. Lo scrive l’agenzia cattolica Fides citando  fonti della Chiesa in Nigeria, che per motivi di sicurezza hanno chiesto l’anonimato.

“Gli assalitori – dicono le fonti a Fides –  sono giunti al termine della messa di Pentecoste, mescolandosi ai fedeli che stavano uscendo dal luogo di culto. Si sono divisi in gruppetti che hanno iniziato a far esplodere ordigni e a sparare sui fedeli, sia dentro che fuori la chiesa, dimostrando una padronanza delle armi e delle tattiche di guerriglia”. E se il  bilancio ufficiale della strage è di 22 morti “va rivisto al rialzo” aggiungono. “Probabilmente le persone uccise sul colpo sono una cinquantina, alle quali vanno giunte quelle morte in seguito alle ferite riportate”, dice ancora la fonte all’agenzia vaticana che si dice preoccupata perché “il massacro è stato commesso in uno Stato come quello di Ondo, nel sud-ovest, finora risparmiato dalle violenze che affliggono altre aree della Nigeria”.

La situazione è tesa. Alla vigilia della strage del 5 giugno era stato rapito un sacerdote in uno Stato confinante: padre Christopher Itopa Onotu parroco della chiesa di Our Lady of Perpetual Help, a Obangede, nell’area del governo locale di Okehi, nello Stato di Kogi, confinante con quello di Ondo. Secondo altre fonti, il bilancio della strage supererebbe le 50 vittime.

venerdì 10 giugno 2022

Il Clima e la situazion e ambinetale


 

L’influenza imprevista delle forze naturali su corsi storici e avvenimenti militari

 

Ten. Cpl Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta

 

            La guerra in Ucraina ha visto l’impantanarsi, tra febbraio e marzo 2022, di una colonna di circa 60 Km. di mezzi pesanti russi sulla pianura sarmatica, questo è stato certamente uno dei fattori del fallimento dell’operazione lampo su Kiev progettata da Mosca.

            Emerge il problema dell’imprevisto sui calcoli umani, in particolare quelli naturali.

            Il riavviarsi delle attività umane, specialmente ad alto tasso di inquinamento, sembra avere favorito lo scioglimento anticipato delle nevi, creando fango e favorendo in tal modo la difesa.

            Problemi analoghi si erano già manifestati nel 1812 e 1941 con l’invasione della Russia da parte di Napoleone e di Hitler, quando inverni più freddi anticiparono il ghiaccio e la neve abbattendosi sugli invasori, bloccandone la mobilità e congelando gli uomini.

            Lo stesso accadde a Waterloo dove un giugno particolarmente piovoso e imprevisto impantanò la brillante cavalleria francese smorzando al contempo la potenza di fuoco e la mobilità dell’artiglieria napoleonica, punto di forza dell’Grande Armata,  permettendo così il prevalere della disciplinata fanteria inglese e influendo, anche, sulla salute di Napoleone nel momento decisivo dello scontro.

            La stessa Rivoluzione francese provocata dalla crisi alimentare seguita ad una serie di cattivi raccolti, crisi male gestita dalla monarchia, avvenne a seguito di una imponente eruzione vulcanica in Islanda che con le sue ceneri offuscò per anni il sole influendo sui raccolti.

            La stessa invasione delle tribù germaniche dell’Impero romano fu favorita da inverni particolarmente freddi, che provocarono carestie e ghiacciarono il corso dei fiumi Reno e Danubio, a cui si sommarono gli effetti ricorrenti della pandemia di peste, portata dalle Legioni nel loro ritorno dalle spedizioni in Oriente nel III secolo d. C., che indebolirono il tessuto delle città, favorendo l’impoverimento e il trasferimento del baricentro in campagna.

            Così anche le temibili invasioni vichinghe del IX e X secolo d. C., sia ad Occidente che ad Oriente, hanno avuto per causa prevalente la difficoltà di mantenersi sul territorio della penisola scandinava e gli esempi potrebbero andare avanti.

            Cause naturali impreviste provocate da catastrofi, quali inondazioni, eruzioni, maremoti oltre a cambiamenti climatici improvvisi e pandemie hanno sempre influenzato non solo i cicli storici, ma anche singoli avvenimenti, facendo saltare previsioni e calcoli, aumentando la caoticità dove già esistevano problemi organizzativi e strutturali.

 

venerdì 20 maggio 2022

Gadget Istituto I del Nastro Azzurro

www.istitutonastroazzurro.org 



I Gadget possono essere chiesti a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org 


Lafrica oggi


 

martedì 10 maggio 2022

Rivista QUADERNI, Anno LXXXII, Supplemento, XXI, 2021, n. 5, 21° della Rivista


Nota Redazionale

Il numero 4 del 2021, come noto, è stato un numero speciale per il centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto (1921-2021), con distribuzione straordinaria su tutto il territorio nazionale. A pag. 97di quel QUADERNO vi era il comunicato per le Scuole che indicava le modalità per la partecipazione al progetto “Storia in Laboratorio”, in cui tra l’altro, si indicavano i modi e i termini per la pubblicazione eventuale di elaborati scritti da parte degli studenti in merito alla tematica proposta. In questo numero pubblichiamo le risultanze di alcune scuole che hanno inviato materiali.

 

Il numero, inoltre, è tutto dedicato alla data centenaria del Milite Ignoto, nel solco della ricorrenza; pubblica anche un contributo di carattere nazionale, riguardante lo studio e la presentazione della storia della Bandiera nazionale Questo contributo è proceduto da una riflessione di Giancarlo Ramaccia sul Valore Militare ed il Milite Ignoto ed introdotto da una Poesia dedicata al Milite Ignoto di Beatrice Harrach.

 

A seguire Elisa Bonacini ci partecipa di una iniziativa presa in occasione della data centenaria a Latina, Stefano Mangiavacchi pubblica un articolo iconografico del passaggio del Treno del Milite Ignoto ad Arezzo e in vari comuni della sua provincia ed Alberto Vido della mostra organizzata a Sondrio sempre dedicata al Milite Ignoto.

 

Infine in Copertina è riprodotta la medaglia coniata dall’Istituto del Nastro Azzurro in occasione di questo citato centenario.

(massimo coltrinari)

 





 

venerdì 29 aprile 2022

Progetti di Sviluppo. Aggiornamenti

 MATERIALI PER TESI DI LAUREA E SVILUPPI


La Newsletters del 26 aprile 2022 dell'Institute for Economics & Peace presenta i seguenti articoli:



ECONOMICS 

World Bank: India's extreme poverty down by 12.3% in last decade. Extreme poverty in India declined by 12.3% from 2011 to 2019. Research by the bank indicates that extreme poverty in rural areas declined from 26.3% of the population, to 11.6%. Extreme poverty in urban areas decreased from 14.2% to 6.3%.

Low-producing US oil wells account for half of US methane emissions.Low-producing oil and gas wells that account for just 6% of total US productionprovide only half of the total methane emissions from all US oil and gas wells.

World Bank estimates Ukraine physical damage at $60 billion. Physical damage to Ukraine's buildings and infrastructure from Russia's invasion has reached $60 billion so far. This is the equivalent to 40% of the country’s GDP.

Start-ups in Africa record $5.2 billion in VC funding. A report by the African Private Equity and Venture Capital Association (AVCA) says that African start-ups secured $5.2 billion in venture capital in 2021, nearly five times more than in 2020.

Almost 50% of Canadians within $200 of declaring bankruptcy. 31% of Canadians polled claimed that their income was not sufficient to cover monthly expenses, while 49% of respondents said they were within $200 of needing to declare bankruptcy.

Libya suspends production at largest oilfield. Libya's National Oil Company has suspended operations at two major oil sites: the Zouetina terminal and the al-Charara field, after shutting down several other facilities in connection with protests and political rivalries.


info: ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org


per approfondimenti sul CESVAM

www.istitutodelnastroazzurro.org



www.valoremilitare.blogspot.com