
Il colpo di Stato militare guidato da Sanogo aveva portato alla destituzione del Presidente Amadou Toumani Touré, colpevole secondo i golpisti di non aver saputo gestire le rivolte dei tuareg nelle regioni settentrionali del Mali. Sanogo si era poi autoproclamato leader del Comitato Nazionale per il Ristabilimento ! della Democrazia e la Ricostituzione dello Stato (CNRDRS), ponendosi a capo della giunta militare che ha guidato il Paese fino al 6 aprile 2012. In seguito all’intervento dell’Organizzazione Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), Sanogo è stato costretto a dimettersi, riconsegnando il potere alle autorità civili. Egli, tuttavia, non è mai uscito dalla scena politica e ha continuato ad influenzare le istituzioni del Paese da Kati, campo militare e roccaforte dei golpisti a 15 km da Bamako. L’arresto di Sanogo consente al neoeletto Presidente Ibrahim Boubacar Keita di ridimensionare il potere di una personalità influente, che gode ancora del sostegno di parte dei militari, nel tentativo di riprendere il pieno controllo sulle forze armate e avviare una difficile normalizzazione interna sostenuta da Minusma (Mission multidimensionnelle intégrée des Nations Unies pour la stabilisation au Mali).
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