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Metodo di Ricerca ed analisi adottato


Il medoto di ricerca ed analisi adottato è riportato suwww.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com

Vds. post in data 30 dicembre 2009 seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al medesimo blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

lunedì 12 gennaio 2009

Macro Regione Africa Occientale

ARTICOLAZIONE
BENIN BURKINA FASO CAPO VERDE COSTA D’AVORIO GAMBIA GHANA GUINEA GUINEA-BISSAU LIBERIA MALI MAURITANIA NIGER NIGERIA SENEGAL SIERRA LEONE TOGO
Paese
Area (migloia kmq)
Popolazione (in milioni)
BENIN
112,62
7,04
BURKINA FASO
274,20
13,57
CAPO VERDE
4,03
0,40
COSTA D’AVORIO
322,46
18,15
GAMBIA
10,38
1,37
GHANA
238,54
21,03
GUINEA
245,85
7,47
GUINEA-BISSAU
36,12
1,34
LIBERIA
111,37
3,48
MALI
1240,14
11,34
MAURITANIA
1030,70
2,67
NIGER
1267,OO
10,07
NIGERIA
923,77
148,09
SENEGAL
196,19
10,28
SIERRA LEONE
71,74
5,43
TOGO
56,78
5,55


Analisi dei fattori di squilibrio della macro area (dati 2006)

1) FATTORE STORICO CONFLITTI - Per molti anni, vaste parti dell'Africa occidentale hanno vissuto situazioni di instabilità e di conflitto. Come risultato, la regione ospita un grande numero di operazioni di pace delle Nazioni Unite, nonché attività di sviluppo ed a carattere umanitario. Due missioni di pace delle Nazioni Unite sono presenti in Sierra Leone, con 17 mila soldati, e in Liberia, con 10 mila persone; altre nazioni dell’Africa occidentale sono state coinvolte in guerre civili o di frontiera. Sono il Mali, il Senegal, la Mauritania, il Niger, la Guinea-Bissau, la Guinea, la Costa d’Avorio e la Nigeria. A parte la Guinea e la Guinea-Bissau, si è trattato quasi sempre di leader regionali che hanno sfruttato, spesso con l’aiuto di potenze straniere, risentimenti delle popolazioni che si sentivano messe da parte nei processi nazionali di sviluppo.

2) PAESI LIMITROFI IN CONFLITTO - Le sopra citate guerre hanno contribuito notevolmente a creare instabilità negli Stati vicini; nelle due Guinee, ad esempio, sono le guerre di oltre confine che le hanno insanguinate. Esercitando il cosiddetto “diritto di inseguimento” dei ribelli della Casamance, il Senegal ha finito per creare spaccature nelle forze armate della Guinea-Bissau, che sono sfociate nella guerra aperta e nella instabilità politica. In quanto alla Guinea-Conakry, essa ha ospitato molti dei presidenti deposti delle vicine Liberia e Sierra-Leone e un gran numero di rifugiati. Per tutti gli anni ’90, essi rappresentavano oltre il 10 per cento della popolazione. Inoltre alcuni dei dirigenti governativi e i leader di movimenti di guerriglia in Sierra-Leone e in Liberia, erano di chiara origine guineana. Questo fatto ha insospettito gli altri leader politici al punto di attaccare le città e i villaggi di frontiera della Guinea.

3) RIFUGIATI - L’intera regione è stata destabilizzata dal conflitto civile scoppiato in Liberia nel 1989. Circa 2,4 milioni di persone, quasi il 70 per cento della popolazione del Paese, hanno dovuto abbandonare le loro case. La confinante Costa d´Avorio, un tempo una delle nazioni più stabili del continente, è precipitata nella guerra alla fine del 2002, provocando lo sradicamento all´interno del Paese di circa 800mila persone e la fuga all´estero di altre 400mila. Secondo l’UNHCR comunque, nel 2005 il numero globale di rifugiati, coloro che hanno attraversato un confine internazionale, è diminuito per il quinto anno consecutivo. Dal 2001 alla fine del 2005, il numero dei rifugiati è sceso del 31 per cento, passando da 12,1 milioni a 8,4 milioni, con punte del 19 per cento in Africa Occidentale.

4) DISOCCUPAZIONE - L’attuale livello di disoccupazione in Africa Occidentale è una bomba a tempo per la regione. In alcuni Stati, come la Sierra Leone, la percentuale di giovani senza lavoro è superiore al 50%. Il problema della disoccupazione giovanile è sia di livello socio-economico che di sicurezza politica, in quanto i giovani senza lavoro sono pronti, in cambio di denaro, ad imbracciare le armi ed alimentare le file delle bande criminali. La creazione di posti di lavoro diviene cosi uno strumento chiave per la prevenzione di conflitti futuri.

5) SFRUTTAMENTO PETROLIO/ORO/DIAMANTI - Per i Paesi dell’Africa Occidentale, spesso possedere ricchezze minerarie è una condanna peggiore che esserne privi. Invece di ricchezza, le attività estrattive portano violenza e disagi sociali; le multinazionali, mancando una legislazione internazionale che ne limiti l'operato, estraggono oro, diamanti, petrolio senza curarsi del disastroso impatto ambientale e sociale derivante.
6) I conflitti piu' eclatanti correlati al diamante, sono stati le ultradecennali guerre di Liberia e Sierra Leone, ma negli ultimi 20 anni praticamente tutte le guerre dell'Africa Occidentale sono state finanziate coi diamanti. E praticamente tutte le fazioni in lotta hanno creato una loro rete di sfruttamento: dall'estrazione, spesso effettuata da mano d'opera schiavile, composta in gran parte da ragazzini, al trasporto ed alla vendita verso i Paesi ricchi.

7) AREA GEOGRAFICA - L'Africa Occidentale è un'area con grandi differenze geografiche, di biodiversità e di culture. Il continente africano è principalmente orientato su un asse nord-sud, con una sporgenza ad ovest, e questa parte sporgente può essere considerata l'Africa Occidentale. Le Nazioni di quest'area (con l'ex potenza colonizzatrice che li controllava) confinanti con l'Atlantico, da nord-ovest a sud-est sono: Benin (Francia), Costa d'Avorio (Francia), Gambia (Regno Unito), Ghana (Regno Unito), Guinea (Francia), Guinea-Bissau (Portogallo), Liberia (Regno Unito), Mauritania (Francia), Nigeria (Regno Unito), Senegal (Francia), Sierra Leone (Regno Unito), Togo (Germania, Francia). I paesi senza sbocco sul mare sono Burkina Faso (Francia), Ciad (Francia), Mali (Francia), Niger (Francia). I confini coloniali che si riflettono negli attuali confini fra le nazioni dell’area non tenevano conto dei gruppi etnici e delle linee culturali, e spesso dividono singoli gruppi etnici tra due o più Stati.

8) AREA FORESTALE - In Africa Occidentale grandi parti delle residue aree di foresta tropicale sono minacciate dal taglio illegale di alberi. Le selve millenarie di Nigeria, Ghana e Costa d'Avorio sono state quasi interamente distrutte. Fino a poco fa la Liberia era l'unico Paese della regione le cui foreste rimanevano intatte. Ma dalla fine della guerra nel 1997, le compagnie del legno europee hanno cominciato a distruggere anche qui con operazioni di vasta scala. Denuncia Greenpeace: “Negli ultimi 30 anni l'Africa ha perso due terzi delle foreste tropicali (negli ultimi dieci ha perduto oltre 55 milioni di ettari di vegetazione, con un incremento del 25% del tasso di distruzione rispetto all'epoca del Summit di Rio). I Paesi africani hanno aumentato la loro produzione industriale di legno del 58% dalla metà degli anni '90. Nello stesso periodo non c'è stata alcuna significativa crescita delle aree di foresta destinate alla conservazione. Al contrario diversi milioni di ettari di foresta incontaminata sono stati ceduti alle compagnie del legno”. Se si continua così, tra vent’anni, non ci sarà più nulla da tagliare.

9) FAZIONI ETNICHE/RELIGIOSE - La diverse etnie presenti in Africa Occidentale si distinguono tra loro soprattutto per motivi legati alle loro stesse origini territoriali e culturali; i Bambara, ad esempio, popolo nomade dedito al commercio, in Burkina Faso e Costa d’Avorio sono conosciuti come Dioula. Il Mali conta circa 15 gruppi etnici diversi distribuiti su tutto il territorio secondo le loro attività principali. L’animismo in Africa occidentale è la religione autoctona praticata da molto tempo ancor prima che arrivassero Islam e Cristianesimo, considerate religioni dei popoli invasori. Queste religioni sono state in generale accettate dalle popolazioni ma adattate alle loro credenze e sovente snaturate dei loro messaggi originali.

10) MOV. INT. STRATI POP - L'Africa è sempre stata ed è un continente di flussi migratori: trasferimenti di popoli di allevatori in cerca di pascoli ed acqua, secondo la stagione; abbandono di villaggi per fuggire da fenomeni incomprensibili o considerati come maledizioni alla ricerca di terre fertili, oppure al riparo da guerre. Una storia di nomadismo, radicata nella tradizione africana stessa, dettata dalla necessità di rendersi indipendenti, dalla ricerca di lavoro per farsi la dote e contrarre matrimonio esogamico. Vi sono poi fattori economici, sociali, culturali e politici intrecciati tra di loro che costringono gli Africani ad abbandonare i propri paesi di origine. Le popolazioni del Mali, Burkina Faso e Niger, sono le nazioni di origine più attive per quanto riguarda l’emigrazione; la direzione tradizionale sono i Paesi della Costa. Pertanto, esiste una popolazione di movimenti migratori verso i paesi con alti indici di crescita economica e/o più stabili, e vi sono persino movimenti contrari nel caso del prodursi di una depressione o un conflitto in questi paesi. Stati come Nigeria e la Costa d'Avorio accolgono i lavoratori di altre zone del continente, che scacciano brutalmente ogni volta che si manifesta una crisi economica.
11) REGIME POLITICO - Fino a dieci anni fa, il golpe ha dominato la scena politica dell’Africa Occidentale. Il Senegal rappresenta l’eccezione alla regola: è l’unica nazione nella regione ovest del Continente Nero a non aver registrato colpi di stato da quando, nel 1960, raggiunse ufficialmente l’indipendenza dalla Francia come Federazione del Mali, l'effimera unione tra Senegal e Sudan francese. Il vento salutare del pluralismo politico sta soffiando anche nell’esplosiva Nigeria. Con una popolazione di 140 milioni di abitanti, lo Stato federale, aspramente diviso religiosamente ed etnicamente, sperimenterà un cambiamento da un governo civile ad un altro. Bruxelles è impegnatissima nel sostenere le elezioni nell’Africa Occidentale. L’Unione Europea è visibilmente presente con il suo impegno per la democrazia, in occasione di queste elezioni, accanto alle ex potenze coloniali Francia e Gran Bretagna.

12) NUOVI STATI FORMAZIONE INSTABILE - Non si registrano nell’area Stati di recentissima formazione; gli Stati dell’area risalgono all’epoca della decolonizzazione anni ’60.

13) CORRUZIONE - La corruzione è ormai moneta corrente nella vita quotidiana delle popolazioni in Africa Occidentale, dove ha raggiunto tutti gli strati della società civile e dello Stato, dai più elevati ai più bassi, eccezion fatta per qualche oasi rimasta quasi miracolosamente immune. Si tratta di un vero e proprio « sistema socio-economico parallelo », che si è instaurato col favore di strutture statali indebolite, svuotatesi a poco a poco della loro sostanza. Oggi queste strutture non assolvono praticamente più nessuno dei loro compiti di fronte ai cittadini, nemmeno nei settori più sensibili come l’educazione, il lavoro, la salute.

14) PNL PRO CAPITE - 267 milioni di abitanti (16 paesi) con PNL 75,8 ovvero PNL/abitante = 356

15) CRESCITA ECONOMICA % - La progressione dell’area è "relativamente moderata" (4%), considerata la presenza nella zona dell'unione economica e monetaria africana occidentale (Uemoa), a causa della persistenza di crisi strutturali (energia, prodotti chimici) e della crisi ivoriana. L'insicurezza alimentare è ancora un serio problema per molti paesi africani, in particolar modo in Africa occidentale.

16) FORZA LAVORO IN AGRICOLTURA - Per quanto riguarda il settore del cotone, in Africa occidentale il rendimento è vicino ad una tonnellata per ettaro, mentre in altre regioni geografiche, particolarmente in Asia ed in America latina, certi paesi producono già 10 tonnellate per ettaro. Se le sovvenzioni ai paesi africani sparissero, i Paesi che ne approfitterebbero a livello internazionale sono proprio quelli sudamericani. È la ragione per quale il FMI consiglia ai paese africani di continuare le loro andature mirando l'abbandono delle sovvenzioni ed il miglioramento dell'efficacia del settore agricolo.

17) HIV/SIDA - In Africa occidentale, i fattori di propagazione dell'epidemia sono i prestatori di lavoro del sesso ed i commercianti ambulanti. Limitrofo del Togo, all’est, e della Nigeria, all'ovest, il Benin è attraversato dallo strada commerciale più frequentata dell’Africa occidentale, un corridoio utilizzato ogni anno da oltre 3 milioni di persone che viaggiano tra Abidjan, in Costa d’ avorio, e Lagos, capitale economica della Nigeria. I consulenti tecnici della salute considerano questo corridoio come il principale asse di trasmissione del HIV/AIDS in Africa occidentale.

18) DISASTRI NATURALI - Nel 2007 si sono avuti essenzialmente fenomeni di origine climatica ( alluvioni in Congo ) o biologici ( invasioni di cavallette migratrici in Mauritania ). Molti abitanti dell’Africa Occidentale stanno attraversando una lunga “stagione di fame” dovuta alla combinazione di guerra, siccità aggravate dall’invasione di locuste degli ultimi anni. I paesi coinvolti nella crisi alimentare dell’Africa Occidentale sono il Niger, il Mali, la Mauritania, il Ciad, la Costa d’Avorio e il Togo.

19) ISOLAMENTO GEOGRAFICO - Gli africani occidentali vivono in larga maggioranza nelle regioni interne del continente e devono affrontare costi enormi per trasportare le merci dai porti ai luoghi in cui abitano: costi molto più alti di quelli asiatici, ad esempio. Inoltre, il deserto del Sahara – che di per sé moltiplica i costi di trasporto – taglia anche fuori l’Africa occidentale dalla possibilità di un intenso interscambio con l’Europa, che è il suo principale partner commerciale. Questi problemi di isolamento geografico sono aggravati dalla piccola dimensione dei mercati: sarebbe necessario un ampio e capillare sistema stradale, che è però molto costoso da costruire e mantenere. Se si aggiungono la bassa produttività dell’agricoltura e l’altissima incidenza di malattie ed epidemie, diventa più chiaro perché l’Africa ha molta difficoltà a sottrarsi all’eredità del passato

20) POPOLAZIONE - Le Nazioni Unite stimano che nel 2030 l’Africa occidentale supererà la soglia dei 400 milioni di abitanti, facendo registrare un aumento della popolazione del 70% rispetto a quella del 2000. Tale andamento fa presagire che la popolazione potrebbe decuplicare in poco meno di un secolo, rispetto ai circa 60 milioni di abitanti del 1950. Il trend non preoccupa soltanto i governi africani, ma anche quelli dell’Unione Europea, impegnati in misura crescente ad affrontare il problema dell’immigrazione massiccia proveniente dal continente africano.

21) INDICE SVILUPPO UMANO - Quasi tutti i paesi dell'Africa Occidentale stanno in coda alla graduatoria dell'Onu basata sull'indice di sviluppo umano. L'indice non si basa solo sul reddito ma anche sulla speranza di vita e sul grado di istruzione. Nell’ultimo rapporto sullo sviluppo umano dell’Onu, la Sierra Leone risulta il Paese con il più basso indice di sviluppo umano al mondo.
CRESCITÀ DEMOGRAFICA - Circa il 38% della popolazione dell’ Africa occidentale vive nelle zone urbane, ammonta ad una cifra rilevante equivalente al valore medio per l'insieme dell'Africa (CNUEH, 2001a). La crescita delle popolazioni urbane in Africa occidentale si spiega contemporaneamente per una forte crescita demografica globale e per un fenomeno di migrazione. Le pressioni demografiche, la variabilità del clima, così come la frammentazione fondiaria e quella dei sistemi tradizionali contribuisce alla degradazione del terreno e della vegetazione, riducono i rendimenti agricoli ed aggravano l'insicurezza alimentare nelle zone rurali. I sistemi educativi attuali tendono ugualmente di più a formare la popolazione a professioni urbane, piuttosto che a migliorare l'agricoltura o l'allevamento degli animali nelle zone rurali. La prospettiva di un impiego e di una migliore qualità di vita nelle zone urbane attrae sempre più le popolazioni rurali verso le città.
Organizzazioni internazionali presenti nella macro regione

In Africa Occidentale sono presenti diverse organizzazioni internazionali, operanti nei più vasti campi di soccorso economico, alimentare, e di stabilizzazione politica. Oltre alle maggiori organizzazioni internazionali, come l’ONU, la FAO, e l’UNICEF, vediamo presenti nell’area specifiche istituzioni che operano attivamente ormai da diversi anni. Analizziamo dunque le più importanti.

AU (African Union o Unione Africana o UA). Federazione nata a Durban (Sudafrica) nel 2002 dai massimi rappresentanti di tutti gli Stati africani ed ispirata all’omologa Unione Europea. Subentrata all’Organizzazione per l’unità Africana (OUA) nata nel 1963, promuove l’unità e la solidarietà degli Stati africani sottolineando da un lato la sovranità degli Stati membri e cercando, dall’altro, di porre fine ad ogni forma di retaggio coloniale. Obiettivo della Confederazione è accelerare il processo d’integrazione del continente nel tentativo di intensificare gli sforzi per la risoluzione dei problemi sociali, economici e politici.
COUNCIL OF THE ENTENTE (Council of the Entente o Consiglio dell’Accordo). Tribuna regionale costituita nel 1959 avente come obiettivo la cooperazione tra Niger, Burkina Faso, Benin e Costa d’Avorio. Il Consiglio dell’Intesa è il manifesto politico-economico di questi quattro Stati, che in passato facevano parte dell’Africa Occidentale Francese. Obiettivo del Consiglio è la cooperazione economica, sociale e politica tra gli Stati membri. Ha sede ad Abidjan (Costa d’Avorio).
WADB (West African Development Bank o Banca dello sviluppo dell’Africa dell’Ovest). Istituzione di finanziamento per lo sviluppo degli Stati dell’Unione monetaria dell’Africa dell’Ovest. Si pone come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo equilibrato degli Stati membri al fine di realizzare l’integrazione economica dell’Africa occidentale. E’ costituita da 9 Stati africani e 6 Stati non appartenenti al continente africano. Istituita nel 1973, ha sede a Lome (Togo).

WAEMU / UEMOA (West African Economic and Monetary Union / Union Économique et Monétaire Ouest-Africaine o Unione economica e monetaria dell’ovest africano). Nata nel 1994 per favorire l’integrazione economica tra i Paesi che adottano il franco CFA, l’Uemoa si prefigge come obiettivo quello di rinforzare la competitività delle attività economiche e finanziarie degli Stati membri. I Paesi che vi partecipano sono otto. Ha sede a Ouagadougou (Burkina Faso).

ECOWAS / CEDEAO (Economic Community Of West African States / Communauté Économique Des États de l’Afrique de l’Ouest, o Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale). Nel travaglio delle guerre e delle instabilità dell’Africa occidentale, la CEDEAO sta emergendo come l’organizzazione regionale più valida di tutto il continente. Essa è stata creata nel 1975, ed attualmente conta i seguenti 15 paesi: Bénin, Burkina Faso, Capo-Verde, Costa d'Avorio, Gambia, Ghana, Guinée-Bissau, Guinea-Conakry, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Sierra Leone, Senegal, Togo. La Mauritania si è ritirata dall’ istituzione nel 1999.
Si tratta di un’organizzazione che ha il compito di promuovere l’integrazione tra i Paesi membri “in tutte le aree di competenza economica, tra le quali l’industria, i trasporti, le telecomunicazioni, l’energia, l’agricoltura, le risorse naturali, il commercio, le questioni monetarie e finanziarie, le questioni sociali e culturali”.
Contrariamente all’Unione Africana o all’ONU, le quali si fondano su rigidi principi di non ingerenza negli affari interni degli Stati membri, la CEDEAO si è dotata fin dal principio della possibilità di intervento all’interno delle proprie frontiere in caso di minaccia alla pace o alla sicurezza della Comunità. A livello africano infatti, è la prima organizzazione di cooperazione regionale capace di intervenire militarmente in un paese membro per riportarvi la pace. Lo ha fatto in Sierra Leone in passato, al fine di rimettere al potere il presidente Kaba, democraticamente eletto; in Costa d’Avorio, insieme alla Francia, per fermare i combattimenti evitando la spartizione del paese; ha agito quindi in Liberia, su richiesta delle fazioni combattenti. Bisogna tuttavia sottolineare che tale meccanismo non agisce sulle cause profonde dei conflitti; per essere più efficace in questo settore, la CEDEAO ha provveduto alla realizzazione di un Protocollo Addizionale sulla Democrazia ed il Buon Governo, firmato da 14 Paesi membri nel 2001 (ad oggi ratificato da 9 Stati).
Nel settore della lotta alla diffusione illecita delle ALPC (Armi Legere di Piccolo Calibro), la CEDEAO agisce tramite il suo programma ECOSAF; la moratoria promossa da quest’organizzazione nel 1998 sull’esportazione, l’importazione, e la fabbricazione delle ALPC, va ad integrare il dispositivo istituzionale sopra citato, che diviene un esempio valido di azione efficace a livello regionale.
Sul piano politico ed economico, la CEDEAO ha adottato un piano di convergenza per la creazione di una moneta unica. Attualmente, le principali istituzioni dell’ECOWAS sono:
- la Commissione
- il Parlamento della Comunità
- la Corte di Giustizia della Comunità
- La Banca d’Investimento e di Sviluppo CEDEAO
A livello pratico, sono oggigiorno in corso di realizzazione due grandi opere dirette dalla CEDEAO: un piano regionale integrato per i trasporti, che collegherà con strade asfaltate tutte le capitali, ed un gasdotto che va da Lagos ad Accra, importantissimo per lo Sviluppo economico dell’area.
Lo scopo della CEDEAO a lungo termine è quello di giungere ad una federazione tra gli Stati dell’Africa occidentale. I paesi membri hanno difficoltà a riempire i loro impegni, ma la cooperazione regionale è uno strumento valido per uscire dall’instabilità permanente che da sempre caratterizza l’area.

Riguardo l’Italia, diverse sono le Organizzazioni Non Governative che operano nell’area.
Il “Gruppo di Appoggio al movimento contadino in Africa Occidentale” (GA), una rete di ONG e altre organizzazioni italiane, è nato nel 1997 in risposta ad una richiesta di dialogo politico rivolta alle ONG da parte di una piattaforma emergente di organizzazioni contadine dell’Africa occidentale. I membri del GA condividono la stessa visione del partenariato con le organizzazioni popolari dell’Africa occidentale, fondato sullo scambio e la concertazione. Condividono altresì la stessa visione dello sviluppo rurale di quest’area, in relazione al contesto economico generale e sociale che prevale su scala planetaria (globalizzazione). Il GA ha come missione l’appoggio al rafforzamento ed alla strutturazione delle organizzazioni contadine e del movimento contadino dell’Africa Occidentale, la promozione del dialogo e dello scambio tra questo e la società civile italiana ed europea, e la promozione di politiche commerciali, agricole e di cooperazione, italiane e europee, sostenibili e solidali.
Il blog è aggiornato da Massimo Coltrinari. Inofrmazioni: ricerca23@libero.it

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