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giovedì 29 settembre 2016
EGITTO: alla ricerca di aiuti
lunedì 26 settembre 2016
Libia. Il generale Haftar in Ciadd
Il Capo dell’esercito, generale Khafila Haftar, leale al parlamento di Tobruck, si è
recato il 17 settembre 2016 per poche ore nel Ciad dove dovrebbe aver
incontrato funzionari francesi per informarli sulla attuale crisi petrolifera
in corso in Libia, ovvero l’occupazione da parte delle sue truppe della zona
della mezzaluna petrolifera, In Ciad, Haftar ha incontrato il figlio del
presidente ciadiano Sahba Zakkaria Deby,
e, come detto, alcuni funzionari francesi, ai quali ha spiegato i particolari
della operazione condotta con successo contro le milizie, fedeli a Tripoli,
comandate da Ibrahim Jadhran e le sue guardie petrolifere.
18.9.2016
Massimo Coltrinari
Libia. Azioni conro Ls
Le Milizie di Misurata, che stanno da giorni assediando
Sirte, hanno riferito che L’Is , riprendendo fonti tribali, i Jihadisti stanno
progettando le operazioni di sgombero da
Sirte, e miliziani sempre dell’Is sono stati avvistati nelle valli a sud della
città. Sempre citando fonti locali, si apprende che un dignitario di una tribù
locale ha affermato che L’Is sta organizzandosi per evacuare la città. A Sirte
i miliziani dell’Is sono presenti in alcuni quartieri. La situazione militare a
Sirte vede le milizie progredire, sostenute dalla aviazione statunitense che continua a bombardare le posizioni
Jiadiste. Dal 1 agosto i rai aerei, a supporto delle milizie libiche fedeli a
tripoli, sono state 150.
Le Milizie di Misurata
avevano qualche giorno prima esposto al presidente Al Sarray il loro
netto rifiuto ad entrare in conflitto con le truppe del gen. Haftar per
difendere la Mezzaluna petrolifera, dichiarandosi neutrali nel conflitto tra
l’esercito di Haftar e le guardie petrolifere di Ibraim Jadhran
Ripresi i combattimenti la mattina del 18 settembre, nel
corso degli scontri sono stati uccisi due importanti leader dell’Is Hassan Al
Kirrami e Walid Al Furjani, hanno portato le Milizie di Misurata a restringere
i combattenti del’Is in un area di ristretta nel centro di Sirte.
Mohamed al Ghasri, portavoce delle Milizie di Misurata, ha
dichiarato che “ ci stiamo dirigendo verso il distretto costiero di Jizah per eliminare
gli ultimi terroristi, dopo sarà il truno del distretto 600. I militanti del Is
sono confinati in un area inferiore a un chilometro quadrato: la lor ultima osa
sta per scoccare”.
domenica 25 settembre 2016
Libia: incontri al Cairo
Il presidente designato del Governo di accordo nazionale
libico Fayer Al Sarray è al Cairo per una serie di colloqui internazionali; tra
questi è previsto un incontro con il Presidente della Camera dei rappresentanti
il parlamento libero do Tobruck, Aqila Saleh. Tema dell’incontro la discussione
sulla lista dei ministri del nuovo esecutivo dopo che lo scorso mese la Camera
dei rappresentanti di Tobruck ha negato la fiducia al Governo di Tripoli. Sarà
presente anche il rappresentate dell’ONU per la Libia, martin Kobler. Al Sarray
incontra anche alcuni esponenti del Governo del Cairo che sostiene il
parlamento di Tobruck, al quale chiederà maggiori garanzie ai principali
sostenitori del generale Khafila Haftar.
Al Sarray ha anche incontrato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
egiziano ed incaricato di seguire la crisi libica, gen. Mohammed Hijazi, con
cui ha discusso doverse questioni in
particolare la formazione del nuovo governo di riconciliazione nazionale da
presentare al vaglio del parlamento di Tobruck. L’Egitto avrebbe prposto al
premier Al Sarray di scegliere come Ministro della Difesa uno tra i nomi di due ufficiali libici Joma
Al Marafi, ex responsabile della sicurezza di Gheddafi e Osama l MArafi ec
ministro della difesa del governo di Alì Zeidan
17.9.2016
Massimo Coltrinari
Libia: La National Oil Company entra in possesso dei terminal petroliferi
I Terminal della mezzaluna petrolifera libica sono entrati
in possesso della National Oil Corporation, la compagnia nazionale libica
secondo le promesse del generale Haftar, che il 13/14 settembre li aveva
occupati, sottraendoli al controllo delle milizie fedeli a Tripoli.
La transizione ha evitato l’innesco di una pericolosa crisi,
che avrebbe potuto degenerare in una devastante guerra civile incontrollata.
La National Oil Cooperation ha concordato che su tutti i
pozzi ed i terminal è terminato lo stato di forza maggiore; le esportazioni
ripenderanno subito, appena terminati i colloqui con gli acquirenti
internazionali. La sicurezza dei siti, però, rimane in mano alle Milizie di
Tobrick, che di fatto hanno sottratto questa importante fonte di ricchezza a
Tripoli. La National Oil Company, in una nota, sottolinea che, secondo gli
accordi di Cipro, riconosce il Governo di Tripoli come la più alta autorità
esecutiva e quello di Tobruck come la più alta autorità legislativa.
A latere si è appreso che un primo cargo di petrolio sarà
esportato da Zuetina e sono stati stoccati a partire dal 18 settembre 20.000
barili al giorno. Miftah Maqreef, nuovo capo delle Autorità delle Guardie delle
installazioni petrolifere ha inviato un appello a tutti gli appartenenti alle
milizie legate a Tripoli di unirsi alle
milizie capitanate dal generale Ibrahim Jadhran, e presentarsi a lui in nome
dell’unità nazionale.
18.9.2016
Massimo Coltrinari
venerdì 23 settembre 2016
Il Grande Dilemma 2°
Il Grande Dilemma
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Libia. Rapimento di due italiani
Rapimento di tre tecnici occidentali, tra cui due italiani.
Due tecnici italiani, Bruno Cacace e Danilo Calogero, che
lavoravano all’eroporto di Ghat come dipendenti
della ditta Con.I.Cos di Mondov’ ed un canadese, sono stati rapirti il 20
settembre da ignoti mentre si trovavano sulla via che collega la zona di Tahala
e Ghat, zona della Lbia sudoccidentale al confine con l’Algeria. I rapitori, al
momento, vengono identificati con “un piccolo gruppo fuorilegge” e non
terroristi di Al Qaeda, Il rapimento non
è stato ancora rivendicato. Il sindaco di Ghat Koman Saleh, ha convocato
una riunione di emergenza con tutti gli apparati di sicurezza e militari locali
per studiare la situazione, situazione anomal peer Ghat
20.9.2016
Massimo Coltrinari
Libia: Al Sarray al Cairo
Libia
Usufruendo delle
operazioni delle Milizie di Misurata per la conquista di Sirte contro elementi
dell’IS il generale Haftar che non riconosce il governo di accordo nazionale
presieduto da Fayez Al Sarraj, con le sue forze sta investendo e conquistando
la cosiddetta mezzaluna petrolifera, ovvero i terminal petroliferi e le aree
dei pozzi petroliferi che li alimentano, situata ad ovest di Ahedabia (
Zveitina, Ras Lanuf, Es Sider, Al Sidra e Brega per citare i i principali).
Questa iniziativa mette in forte discussione un eventuale accordo tra le
componenti politiche libiche, per la ricostruzione di una Libia come stato
nazionale ed integro, con la sua sovranità, e il suo unico governo,
rappresentate da Al Sarray (Tripoli) ed il Parlamento di Tobruck, a cui Hafar
fa riferimento.
La questione del petrolio è cruciale per la Libia e la
battaglia per il controllo della mezzaluna petrolifera dei pozzi petroliferi e
dei terminal rischia di sfociare in una vera e propria guerra civile, deleteria
per tutte le parti. E’ da evitare a tutti i costi un confronto sul campo delle
forze di Misurata e le truppe di
Haftar.
In questo momento si profila il pericolo che l’offensiva del
generale Haftar mette a rischio la strategia di sopravvivenza del Governo di Al
Sarraj, alla disperata ricerca di risorse finanziarie. E’ noto che dalla caduta
del regime di Gheddafi la produzione petrolifera libica è crollata: oggi è su
200.000 barili al giorno, pari al 10% della produzione giornaliera del 2011. Inoltre
si deve far conto del prezzo del petrolio sui mercati internazionali che è
intorno al 50 dollari a barile, leggermente più alto di quello della media
degli ultimi mesi, ma ancora molto basso per sanare i problemi libici.
Le dichiarazioni che provengono da Tripoli sono tutti rivolte
a scongiurare un intervento straniero contro Haftar o altre milizie presenti in
Libia per motivi politici, regionali o ideologici. Auspica un incontro con le
parti in Libia al fine di appianare ogni divergenza al tavolo diplomatico. A
rafforzare questa posizione si sono aggiunti due membri del Consiglio di
Presidenza del Governo di accordo nazionale libico di Tripoli, Ali Al Qatrani e
Fathi Al Majbari, che hanno ribadito ogni contrarietà ad un intervento esterno
nella mezzaluna petrolifera
15.9.2016
Massimo Coltrinari
lunedì 19 settembre 2016
Libia: La valutazione del C.E.S.I.
Intrappolata nel perdurante conflitto tra il governo internazionalmente riconosciuto di Tripoli (propriamente detto Consiglio Presidenziale, CP ) e quello di Tobruk (formalmente Camera dei Rappresentanti, CR), ad agosto, la guerra civile libica non ha conosciuto significativi scossoni politici. La profonda reticenza alla cooperazione e al compromesso mostrata da entrambi i contendenti, alimentata sia dalla lottizzazione delle principali cariche istituzionali nel futuro assetto politico nazionale sia dai conflitti tra tribù e milizie, potrebbe rendere decisamente complicata l’entrata in vigore degli accordi di Skhirat e prolungare i tempi del negoziato nei prossimi mesi. Dunque, la nascita dell’autentico Governo di Unità Nazionale (GUN) è inevitabilmente legata alla fiducia di Tobruk al progetto del leader del CP Serraj, ad oggi ben lungi dall’essere concessa.
C.E.S.I ( cesiòcesi-italia.org) 6 settembre 2016. Report:
I recenti sviluppi della guerra civile libica e del
conflitto siriano
C.E.S.I ( cesiòcesi-italia.org) 6 settembre 2016. Report:
I recenti sviluppi della guerra civile libica e del
conflitto siriano
domenica 18 settembre 2016
Libia. Incontri al Cairo
Il presidente designato del Governo di accordo nazionale
libico Fayer Al Sarraj è al Cairo per una serie di incontri istituzionali, tra
cui quello con il Presidente della Camera dei Rappresentanti , il parlamento
libero di Tobruck, Aqila Saleh. Tema dell’incontro la discussione sulla
composizione della lista dei ministri del Nuovo Esecutivo, dopo che il mese
scorso la Camerea dei rappresenati di Tobruck ha negato la fiducia al Governo
di tripli. Sarà presente il rappresentate dell’ONU per la Libia, martin Kobler.
Al Sarray incontrerà anche esponenti del governo egiziano, che sostiene il
Parlamento di Tobruck
17.9.2016
Massimo Coltrinari
giovedì 15 settembre 2016
LIBIA: la contesa sulla mezzaluna petrolifera
Libia
Usufruendo delle
operazioni delle Milizie di Misurata per la conquista di Sirte contro elementi
dell’IS il generale Haftar che non riconosce il governo di accordo nazionale
presieduto da Fayez Al Sarraj, con le sue forze sta investendo e conquistando
la cosiddetta mezzaluna petrolifera, ovvero i terminal petroliferi e le aree
dei pozzi petroliferi che li alimentano, situata ad ovest di Ahedabia (
Zveitina, Ras Lanuf, Es Sider, Al Sidra e Brega per citare i i principali). Questa
iniziativa mette in forte discussione un eventuale accordo tra le componenti
politiche libiche, per la ricostruzione di una Libia come stato nazionale ed
integro, con la sua sovranità, e il suo unico governo, rappresentate da Al
Sarray (Tripoli) ed il Parlamento di Tobruck, a cui Hafar fa riferimento.
La questione del petrolio è cruciale per la Libia e la
battaglia per il controllo della mezzaluna petrolifera dei pozzi petroliferi e
dei terminal rischia di sfociare in una vera e propria guerra civile, deleteria
per tutte le parti. E’ da evitare a tutti i costi un confronto sul campo delle
forze di Misurata e le truppe di Haftar.
In questo momento si profila il pericolo che l’offensiva del
generale Haftar mette a rischio la strategia di sopravvivenza del Governo di Al
Sarraj, alla disperata ricerca di risorse finanziarie. E’ noto che dalla caduta
del regime di Gheddafi la produzione petrolifera libica è crollata: oggi è su
200.000 barili al giorno, pari al 10% della produzione giornaliera del 2011. Inoltre
si deve far conto del prezzo del petrolio sui mercati internazionali che è
intorno al 50 dollari a barile, leggermente più alto di quello della media
degli ultimi mesi, ma ancora molto basso per sanare i problemi libici.
Le dichiarazioni che provengono da Tripoli sono tutti
rivolte a scongiurare un intervento straniero contro Haftar o altre milizie
presenti in Libia per motivi politici, regionali o ideologici. Auspica un incontro
con le parti in Libia al fine di appianare ogni divergenza al tavolo
diplomatico. A rafforzare questa posizione si sono aggiunti due membri del
Consiglio di Presidenza del Governo di accordo nazionale libico di Tripoli, Ali
Al Qatrani e Fathi Al Majbari, che hanno ribadito ogni contrarietà ad un
intervento esterno nella mezzaluna petrolifera
15.9.2016
Massimo Coltrinari
geografia2013@libero.it
venerdì 2 settembre 2016
LIBIA. Ancora difficoltà
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Il 23 agosto scorso il Parlamento libico ha negato la fiducia, con un voto a sorpresa, al governo di unità nazionale di Fayez al-Sarraj. Fonti locali sostengono che la decisione di porre il voto di fiducia all’ordine del giorno del Parlamento di Tobruk è stata annunciata dal Presidente della House of Representatives, HoR, Agila Saleh solo dopo aver certificato che il quorum di 101 deputati era stato raggiunto, causando momenti di forte tensione (alcuni deputati sono anche usciti dall’aula per protesta).
L’ipotesi di un’imboscata parlamentare non è da escludere, ove si consideri che negli ultimi otto mesi la HoR ha a più riprese rifiutato di votare sul governo Sarraj, come previsto dagli accordi firmati lo scorso 17 dicembre a Skhirat, in Marocco. L’accordo e l’intero processo di dialogo politico sono stati contestati dal parlamento di Tobruk che ha criticato il Government of National Accord, Gna, in quanto organo imposto dalle Nazioni Unite. A nulla sono valse le pressioni dei principali partner internazionali, alcuni dei quali hanno approvato sanzioni personali contro i principali responsabili dello stallo politico libico (tra cui lo stesso Saleh). Tuttavia, nonostante i ritardi e le opposizioni, negli ultimi mesi il processo di radicamento del Gna sembrava procedere. Dopo essere letteralmente sbarcato a Tripoli da Tunisi lo scorso 30 marzo, l’esecutivo di Sarraj è riuscito a eclissare il Governo di salvezza nazionale del Premier Khalifa al-Ghwell, ormai ridotto a un ruolo di comparsa anche a causa della trasformazione del Congresso generale nazionale (il parlamento rivale di Tripoli riesumato nel 2014) nel Consiglio di Stato, organo consultivo previsto dagli accordi di dicembre. Sarraj alla riconquista di Sirte A conferire maggiore legittimità al Gna ha tuttavia contribuito l’operazione con la quale il governo di Sarraj ha scatenato l’offensiva militare nei confronti del cosiddetto “stato islamico”. Lanciata nel maggio scorso, l’operazione ha costretto l’Isis alla difensiva, fino al lungo assedio di Sirte che sembra ormai essere alle battute conclusive. Per cui il voto del parlamento di Tobruk giunge con un tempismo inaspettato. Eppure, a guardare più a fondo, nelle settimane precedenti il governo di Sarraj è stato sottoposto a forti pressioni interne ed esterne che hanno messo in evidenza le criticità dell’esperimento di riconciliazione condotto dalle Nazioni Unite. Lo spartiacque può essere facilmente individuato nella caduta (o nell’abbattimento, secondo quanto rivendicato dalle Benghazi Defence Brigades, una nuova milizia islamista comparsa negli ultimi mesi in Cirenaica) di un elicottero Lna con quattro persone a bordo lo scorso 17 luglio a Magrun, vicino Benghazi. Inizialmente passato sotto traccia, l’evento ha invece prodotto conseguenze inaspettate. Pochi giorni, dopo il governo francese ha comunicato la morte di tre agenti delle proprie forze speciali nell’incidente, confermando ufficialmente la propria presenza in Libia e l’attiva collaborazione di numerosi governi occidentali con il generale Khalifa Haftar. A seguito di ciò, numerose proteste si sono diffuse in Libia, sia contro il governo francese che contro il Gna, ritenuto incapace di far rispettare la sovranità nazionale. Le forti pressioni interne e esterne A Tripoli la situazione ha rischiato di andare fuori controllo, con Sarraj costretto a condannare la presenza di forze straniere sul territorio libico, a convocare l’ambasciatore francese e a decretare lo stato di emergenza a fine luglio per fronteggiare le proteste. D’altra parte, l’inizio dei raid aerei americani contro l’Isis a Sirte il 1° agosto ha messo a nudo lo scarso peso politico del Gna all’interno del panorama libico. Costretto a criticare il governo francese per timori di ripercussioni interne e a giustificare l’intervento americano come richiesto e coordinato con il Gna, Sarraj ha mostrato un’ambivalenza politica che trova poche giustificazioni nella prevedibile vicinanza di Parigi con Haftar. Inoltre, il Gna non è riuscito a ‘rivendere’ all’opinione pubblica interna il successo dell’operazione anti-Isis. Al contrario, l’offensiva ha causato forti dissidi interni. Le milizie di Misurata, colonna portante dell’operazione, hanno rimproverato a Sarraj di aver sostenuto da sole il costo della guerra al califfato (in particolare in termini di vite umane, con più di 350 combattenti morti e 2.000 feriti) e di non aver ottenuto dal Gna alcun aiuto in armi e munizioni. Verso un nuovo governo di unità nazionale Ciò potrebbe divenire un problema in futuro, quando ci si siederà al tavolo delle trattative per la formazione di un nuovo governo di unità nazionale. L’HoR ha infatti riconosciuto il Consiglio presidenziale (organo esecutivo previsto dagli accordi di Skhirat), invitandolo a presentare un nuovo governo, più snello, per sottoporlo a votazione. È prevedibile che durante la formazione del nuovo esecutivo Misurata esiga una maggiore rappresentatività di quella già accordata nei governi precedenti, rivendicando il peso sostenuto nella guerra all’Isis. Le sfide sono ancora numerose. Nonostante la caduta di Sirte sia attesa da giorni, ciò potrebbe non bastare per debellare completamente la minaccia terroristica. Un recente rapporto delle Nazioni Unite evidenzia il rischio di una dispersione dei militanti jihadisti da Sirte verso il sud della Libia e i Paesi limitrofi, evidenziando l’importanza di un controllo più efficace delle frontiere. In tale contesto è da rilevare la recente nomina di Vincenzo Tagliaferri a capo della European Border Assistance Mission (Eubam) per la Libia. Istituita nel 2013, la missione europea ha il compito di sostenere le autorità libiche nei settori della giustizia, migrazione, controllo delle frontiere e anti-terrorismo. Dal punto di vista politico, invece, molto dipenderà dalla scelta dei nomi per il nuovo esecutivo (in particolare per il dicastero della Difesa) e dalle trattative sull’art. 8 dell’accordo di Skhirat relativo alla nomina delle alte cariche dell’esercito. La situazione resta quindi sostanzialmente fluida. D’altra parte, il voto del 23 agosto potrebbe anche aprire una nuova fase, ricca di opportunità. La prossima fine dello “Stato Islamico” a Sirte contribuirà senza dubbio a ridurre le numerose interferenze esterne che hanno evidentemente causato più danni che benefici al processo di riconciliazione libico. E la presentazione nelle settimane scorse della bozza finale della Costituzione redatta dalla commissione predisposta, potrebbe fornire la cornice ideale per discutere del futuro ancora incerto del Paese. Umberto Profazio è dottore di ricerca in Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma “Sapienza”, Maghreb Analyst per la NATO Defence College Foundation e Junior Researcher per il Centre for Geopolitics and Security in Realism Studies. Il suo primo e-book “Lo Stato Islamico: origini e sviluppi”, è edito da e-muse. |
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