Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centroafricana, Guinea Equatoriale, Chad, Gabon, Congo (Brazzaville), Camerum, Sao Tomè – Principe, Angola
1) SICUREZZA - L’Africa Centrale è una macroarea di grande instabilità dovuta ai molteplici e multiformi conflitti, in una zona considerata tra le più critiche al mondo. Malgrado si tratti dell’area più ricca di risorse naturali, l’Africa Centrale è caratterizzata da fattori di instabilità che sono una diretta conseguenza di contenziosi riguardanti i confini, le etnie, l’imperialismo sub regionale legato a profitti economici e politici.
2) GOVERNO - Il fallimento dello Stato e/o l’assenza di governante politica ed economica, non permettono di prevenire o fronteggiare queste sfide. Il principio di interlocking institutions, nell’ambito di un comprehensive approach, potrebbe essere la chiave di svolta per questa microarea. L’impiego, sia da parte dell’Unione Europea che delle Nazioni Unite, in missioni di peacekeeping e/o peacebuilding operations in questa determinata area costituisce una fonte di speranza per coloro che vi risiedono.
3) DISOCCUPAZIONE - l’Africa sub-sahariana registra il secondo tasso più alto al mondo. La regione, tra l’altro, “vanta” anche il più alto tasso di povertà al mondo.
4) CORRUZIONE - la corruzione è un altro poderoso fattore di intralcio alla crescita economica, alla stabilità e allo sviluppo. Basti pensare ad esempio agli ex presidenti di paesi come il Congo o la Repubblica Centrafricana, i quali hanno letteralmente depredato le casse dello Stato di migliaia di milioni di euro. Chi ne paga le conseguenze sono gli inermi cittadini che hanno bisogno ed attendono servizi scolastici, medici e giudiziari, servizi mai pervenuti. Infine bisogna ricordare che forti legami intercorrono tra corruzione e sfruttamento delle risorse naturali.
5) AIUTO ESTERO - I partners tradizionali sono i paesi dell’UE e gli USA, anche se attualmente sta crescendo sempre di più la collaborazione economica con l’Asia (Cina, Giappone, India).
6) HIV/AIDS - come si evince dai tassi dei singoli paesi, quest’area dell’Africa registra il più alto tasso di AIDS al mondo.
7) SPESA MILITARE - esiste un rilevante legame tra spesa militare e sfruttamento delle risorse, con una forte componente di corruzione. Nei paesi colpiti da conflitti armati, la mafia internazionale promuove il contrabbando di petrolio, diamanti e metalli preziosi, approfittando di sistemi normativi e giudiziari inadeguati e/o corrotti. Frequente è lo scambio petrolio/armi, armi soprattutto di fabbricazione europea, russa o ucraina, che in seguito vengono utilizzate in un conflitto per poi essere ri-esportate in un altro scenario di guerra.
8) DISASTRI NATURALI - Si tratta di disastri dovuti principalmente al fenomeno della guerra, causando così fame e malattie. Importante sottolineare la difficilissima reperibilità di acqua potabile, inondazioni e desertificazione.
9) SVILUPPO UMANO - si tratta del tasso più basso al mondo.
10) CRESCITA DEMOGRAFICA - in questa area è molto elevata, con il conseguente sfruttamento di bambini.
Repubblica democratica del Congo.
· Fattore storico: conflitti
1997-2002: guerriglieri Tutsi del Raggruppamento Congolese per la Democrazia (Rcd), appoggiati dal Ruanda, e del Movimento di Liberazione del Congo (Mlc), sostenuto dall'Uganda, contro il governo di Laurent Kabila (dal 2001 di suo figlio Joseph), appoggiato dagli eserciti di Angola, Namibia e Zimbabwe, nonché da varie milizie filo-governative (Mayi-Mayi e Hutu Interahamwe).
1999-2003: scontri tra le fazioni rivali in cui si è diviso nel 1999 l'RCD, ovvero l'RCD-Goma (sostenuto dal Ruanda) e l'RCD-Kisangani ("ammutinati" sostenuti dall'Uganda)1999-2005: milizie degli Hema dell’Unione dei Patrioti Congolesi (Upc) contro milizie Lendu del Fronte Nazionalista Integrazionista (Fni) nella regione nord-orientale dell'Ituri.
· Paesi limitrofi in conflitto
I Paesi coinvolti si dividono in due blocchi. Da una parte: Rwanda, Uganda, Burundi. Dall'altra: Angola, Zimbabwe, Namibia, Ciad. Queste alleanze ne provocano altre. Alcuni Paesi francofoni dell'Africa (Congo Brazzaville, Gabon, Senegal, Ciad, Camerun, Repubblica centrafricana) e il Sudan si sono schierati, almeno a parole, dalla parte di Kinshasa. Mentre Sudafrica, Botswana, Zambia ed Eritrea sostengono l'alleanza contro la Rdc. Hanno quindi ragione quegli osservatori che parlano di prima guerra mondiale africana.
· Rifugiati
Il numero totale di rifugiati congolesi rimpatriati nelle Repubblica Democratica del Congo nel corso del 2006 ha superato quota 22mila. Di questi, più di 14mila si sono diretti nella provincia del Kivu meridionale e altri 7.300 nella provincia di Equateur nella parte occidentale del Paese. Per 350mila rifugiati congolesi non è ancora stata individuata alcuna soluzione. La maggior parte di essi è ospitata nei paesi vicini, in particolare Tanzania, Zambia e Repubblica del Congo.
· Disoccupazione
La società africana è composta maggiormente da giovani a cui viene negata ogni possibilità di benessere. La disoccupazione tra i giovani africane costituisce il 43,7 % della disoccupazione giovanile mondiale. In alcuni paesi come la Liberia o il Congo, la disoccupazione giovanile raggiunge il 80 %.
· Sfruttamento petrolio
Suolo ricco di raffinerie di petrolio e molte ancora da esplorare.
· Area geografica
Molto rilevante. 2,345,410 km2, quasi un quarto del suolo degli Stati Uniti d’America.
· Area forestale
La foresta pluviale ricopre gran parte del bassopiano della Repubblica Democratica del Congo. Cinque dei parchi nazionali del paese sono compresi nel patrimonio dell'umanità dell'UNESCO:
§ Garamba National Park,
§ Kahuzi-Biega National Park,
§ Salonga National Park
§ Virunga National Park
§ Okapi Wildlife Reserve.
La guerra civile ha seriamente danneggiato le condizioni economiche e molti dipendenti dei parchi hanno abbandonato il lavoro. Tutti cinque i siti sono elencati nel patrimonio in pericolo. Nell'ultimo secolo la RDC è divenuta il centro principale di quello che è chiamato il problema del bushmeat, considerato uno dei pericoli ambientali più grandi, in pratica consiste nella caccia di animali selvatici con trappole effettuata allo scopo alimentare.
· Fazioni etniche/religiose
Nella Rep. Democratica del Congo ci sono oltre 200 gruppi etnici africani, di cui il maggiore è costituito dai Bantu; la 4 tribù più importanti sono: Mongo, Luba, Kongo ( tutti Bantu), e i Mangbetu-Azande (Hamitic), e costituiscono circa il 45% della popolazione. La fede religiosa è così divisa: Cattolici, 50%, Protestanti 20%, Kimbanguist 10%, Musulmani 10%, altri (tra cui sette e credi indigeni) 10%.
· Regime politico
La nuova costituzione del 2005, oltre alla modifica della suddivisione amministrativa, prevede un sistema bicamerale composto da un senato ed un'Assemblea nazionale. L'esecutivo è composto da 60 persone guidato da un presidente e quattro vicepresidenti. Il presidente è anche il comandante in capo delle forze armate.
· Nuovi Stati formazione instabile
Nel 1885 il Congo fu assegnato al re del Belgio Leopoldo II. Nel 1908 il Parlamento belga dovette cedere alla pressione internazionale, per mantenere un qualche prestigio in Europa. Da allora il paese divenne il Congo belga, non più oggetto di proprietà personale del re, ma soggetto al Regno: il cambiamento fu pressoché irrilevante. Mobutu Sese Seko ribattezzò la nazione Zaire nel 1971 e instaurò un regime fino al 1997. Nel 1997 Laurent-Désiré Kabila rovesciò il regime di Mobutu e dal maggio 1997 al suo assassinio nel 2001 fu Presidente della Repubblica Democratica del Congo. Il 1998 fu un anno di pace. Dal 1998 al 2003 il Paese è stato teatro di una sanguinosa guerra civile terminata con la formazione di un governo di unità nazionale nel quale quattro vicepresidenti si spartirono il territorio. Nel 2001 Joseph Kabila succedette al padre Laurent-Desiré come presidente e nel dicembre 2006 è stato rieletto.
· Corruzione
Marzo-Dicembre 2007: contratto di «governance» che pone enfasi sulla lotta alla corruzione e l’impunità, in particolare nel settore estrattivo.
· PNL pro-capite (US$)
774 $ (177°)
· Crescita economica
La Repubblica Democratica del Congo potenzialmente potrebbe essere uno dei paesi più ricchi dell’Africa grazie alle grandi risorse minerarie ed agricole presenti.Purtroppo però, a causa delle sanguinose guerre civili questo paese e’ caduto in una profonda crisi economica che mette ancora più in contrasto la ricchezza del territorio e la lacerante povertà che affligge la popolazione. Il tasso di crescita reale nel 2006 si aggirava attorno a 6,4 %.
· Aiuto Estero
Nel 2006 il debito ammontava a 10 bilioni di dollari americani.
· HIV/AIDS (%)
Il tasso di HIV si aggira attorno al 4%. Le persone affette sono circa 1 milione, e i decessi circa 100.000 (dati dell’anno 2003).
· Spesa militare (% PNL)
2,5 % nel 2006
· Disastri Naturali
Acqua inquinata, disboscamento, erosione del suolo e del sottosuolo.
· Popolazione (milioni)
65,751,512 milioni. L’età media totale: 16.1 anni. Uomini: 15.8 anni. Donne: 16.4 anni
* Crescita demografica
3.39%
Repubblica Centrafricana
· Fattore storico: conflitti
La Repubblica Centrafricana in passato fu una colonia francese con il nome di Ubangi-Shari, prese il suo nome attuale all'atto dell'indipendenza, nel 1960. Dopo tre tumultuosi decenni di malgoverno — principalmente da parte di governi militari — e la transizione di un governo civile nel 1993, nel 2002 è ripiombata nel caos di una guerra civile che non ha ancora visto una soluzione duratura.
· Rifugiati
19,960 (Sudan), 3,325 (Repubblica Democratica del Congo)
· Disoccupazione
L’8% della popolazione vive nella disoccupazione.
· Sfruttamento petrolio
consumo: 2420 barilotti/giorno
· Area geografica
622,984 km2
· Area forestale
La piovosità aumenta da nord a sud, determinando il passaggio dalla savana alla foresta pluviale.
· Fazioni etniche/religiose
La popolazione si divide in vari gruppi etnici, riconducibili ai ceppi bantu e sudanese. Religione:
Animisti (34%), Protestanti (26%), cattolici (25%), musulmani (15%).
· Regime politico
Repubblica. Il sistema legale si basa su quello francese.
· Nuovi Stati formazione instabile
Nel 1875 il sultano del Sudan Rabih az-Zubayr, governò l'Alto-Oubangui, che includeva l'attuale Repubblica Centrafricana. Gli Europei, Francesi, e Belgi, arrivarono nell'area nel 1885. Nel 1906, il territorio del Oubangui-Chari fu unificato con la colonia del Ciad; nel 1910 divenne uno dei quattro territori della Federazione dell'Africa Equatoriale Francese. Nell'Agosto del 1940, il territorio rispose alla chiamata del Generale Charles de Gaulle a combattere per la Francia Libera. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l'isituzione dell'Unione Francese nel 1946 si ebbe la prima di una serie di riforme che portarono finalmente alla completa indipendenza di tutti i territori Francesi nell'Africa occidentale e equatoriale. L'1 dicembre del 1958 l'Assemblea dichiarò, infatti, la nascita della Repubblica Centrafricana all'interno della Comunità e con Boganda come capo del governo. Suo cugino, David Dacko, lo rimpiazzò e condusse la Repubblica Centrafricana alla completa indipendenza con la dichiarazione del 13 agosto 1960.
· Corruzione
Corruzione soprattutto nei traffici di diamanti.
· PNL pro-capite (US$)
1.128 $
· Crescita economica
3.5% (2006)
· Aiuto Estero
95.29 milioni di dollari, soprattutto dalla Francia.
· HIV/AIDS (%)
13.5 %. Le persone affette sono 260,000. I decessi 23.000 (dati del 2003).
· Spesa militare (% PNL)
1.1% (2006)
· Disastri Naturali
Acqua non potabile, desertificazione, disboscamento.
· Popolazione (milioni)
4,369,038 abitanti. Età media: 15.5 anni. Uomini: 18.2 anni; Donne: 18.9 anni.
Le regioni occidentali sono molto più popolate di quelle orientali. La popolazione vive in prevalenza in villaggi, ma negli ultimi anni il tasso di urbanizzazione ha superato il 40%.
· Crescita demografica
1.505%
CHAD
· Fattore storico: conflitti
L'indipendenza fu raggiunta, senza spargimenti di sangue, nel 1960. Il 20 Settembre dello stesso entra a far parte dell'ONU (fonte ONU). Nel 1965, in seguito ad una ribellione del nord islamico contro la politica fiscale del governo, il paese precipitò in un lungo e sanguinoso conflitto, durato fino al 1996, anno della stesura della costituzione e dell'elezione di Idriss Déby alla presidenza. La Libia invase il Ciad nel luglio 1975, col pretesto di aiutare Goukouni Oueddei a spodestare Hissène Habré dal potere. Occuparono una stretta striscia nella terra conosciuta come Striscia Aozou. La Francia e gli Stati Uniti risposero aiutando Habré, in un tentativo di contenere le ambizioni regionali della Libia sotto Muammar Gheddafi. La guerra si inasprì. Nel dicembre, 1980 la Libia occupò tutto il nord del Ciad, ma Habré sconfisse le truppe libiche e le guidò fuori nel Novembre 1981. Nel 1983, le truppe di Muammar Gheddafi occuparono tutto il nord del paese di Koro Toro. Gli Stati Uniti usarono una base clandestina in Ciad per addestrare i soldati libici catturati, che cercarono di organizzare in una forza anti Muammar Gheddafi. L'aiuto di Habrè dagli Usa e Francia lo aiutò a vincere la guerra contro la Libia. L'occupazione libica del nord di Koro Toro finì quando Habrè lo sconfisse nel 1987. Il 23 dicembre 2005 il governo del Ciad dichiara lo stato di guerra contro il Sudan, che sarebbe colpevole di aggressioni di villaggi di frontiera fra le due nazioni.
· Rifugiati
234,000 (Sudan), 41,246 (Repubblica Centrafricana)
· Sfruttamento petrolio
Il Chad produce circa 225,000 bbl/giorno.
· Area geografica
1.284 milioni di km2, 4 volte lo Stato della California.
· Fazioni etniche/religiose
Ci sono più di 200 gruppi etnici in Ciad. Attraverso le loro lunghe relazioni religiose e commerciali con il Sudan e l'Egitto, molte persone nell'est del Ciad e delle regioni centrali sono state più o meno arabizzate, parlano la lingua araba e stanno pure assumendo molte pratiche della cultura araba. Più dei tre quarti della popolazione del Ciad risiede in zone rurali, principalmente a sud, zona non occupata dal deserto.
Religione: musulmani (54%), cattolici (20%), protestanti (14%), animisti (7%).I musulmani sono principalmente a nord, i cristiani e gli animisti nel centro e nel sud.
· Regime politico
Il sistema politico ciadiano è dominato da un forte esecutivo capeggiato dal Presidente. Il Presidente è eletto a suffragio universale dai maggiori di 18 anni. Il Presidente ha il potere di nominare il primo ministro (carica reintegrata dopo la rimozione di Habré) e il Consiglio di Stato (o gabinetto), ed esercita una considerevole influenza sulle nomine di giudici, generali, funzionari provinciali e dirigenti delle ditte parastatali del Ciad. La branca legislativa del Ciad consiste in una Assemblea nazionale unicamerale. Il ramo giudiziario consiste di una Suprema Corte, una Corte di Appello e una corte di magistrati.
· Nuovi Stati formazione instabile
Cfr. fattore 1: conflitti
· PNL pro-capite (US$)
1.519 $ (156°)
· Crescita economica
1.3%
· Aiuto Estero
379.8 milioni di dollari (2005)
· HIV/AIDS (%)
4.8 %. Persone affette: 200.000; decessi: 18.000 (dati del 2003)
· Spesa militare (% PNL)
4.2% (2006)
· Disastri Naturali
Mancanza di acqua potabile, desertificazione.
· Popolazione (milioni)
9,885,661. Età media: 16.3 anni. Uomini: 15 anni. Donne: 17.4 anni
· Crescita demografica
2,32 %
GUINEA EQUATORIALE
· Fattore storico: conflitti
Divenuta colonia portoghese, la Guinea-Bissau cominciò la sua lotta per l'indipendenza nel 1956, anno in cui il PAIGC (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde) riuscì, in seguito ad una ribellione armata. Entro il 1973, pressoché tutta la Guinea-Bissau era nella mani del PAIGC. L'indipendenza fu dichiarata unilateralmente il 24 settembre del 1973 e riconosciuta nel novembre dello stesso anno dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Guinea-Bissau fu poi governata da un consiglio rivoluzionario sino al 1984. Nel 1994 si tennero le prime elezioni multi-partitiche. Nel 1998 una sollevazione dell'esercito portò alla caduta del presidente Vieira: la Guinea Bissau precipitò così nella guerra civile. Nel 2000 Kumba Lalà fu eletto presidente. Nel settembre 2003, tuttavia, un nuovo colpo di stato portò all'arresto, da parte dei militari, di Ialá, definito "incapace di risolvere i problemi del paese". Dopo numerosi rinvii, le elezioni legislative furono finalmente tenute nel marzo del 2004. Un ammutinamento dell'esercito nell'ottobre del 2004 portò alla morte del capo delle forze armate stesse, contribuendo così ad accrescere lo stato di agitazione nella nazione.
· Rifugiati
7,320 (Senegal) (2006)
· Area geografica
36.120 km2
· Fazioni etniche/religiose
Africani 99% (inclusi Balanta 30%, Fula 20%, Manjaca 14%, Mandinga 13%, Papel 7%), Europei and mulatti meno del 1%. Il 50% della popolazione è animista, mentre i musulmani ammontano al 45% degli abitanti (soprattutto fula e mandinga). Vi è poi una piccola minoranza cristiana (5%), formata perlopiù da cattolici.
· Regime politico
Repubblica. La Guinea-Bissau ha un'Assemblea del popolo multipartitica e un presidente, entrambi eletti attraverso un voto democratico. Il presidente nomina il primo ministro dopo essersi consultato con i partiti dell'assemblea del popolo.
· PNL pro-capite (US$)
900 dollari (2006)
· Crescita economica
2.1 % (2006)
· Aiuto Estero
79.12 milioni di dollari (2005)
· HIV/AIDS (%)
10%. Persone affette: 17.000; decessi: 1200 (2001)
· Spesa militare (% PNL)
3.1% (2005)
· Disastri Naturali
Disboscamento, erosione del suolo.
· Popolazione (milioni)
1,472,780. Età media: 19.1 anni. Uomini: 18.5 anni. Donne: 19.7 anni (2007)
· Crescita demografica
2.052 %
GABON· Rifugiati
7,298 (Repubblica del Congo) (2006)
· Disoccupazione
21 % (2006)
· Sfruttamento petrolio
268,900 bbl/giorno (2005)
· Area geografica
267.667 km2
· Area forestale
La foresta equatoriale ricopre l'85% della superficie del Gabon.
· Fazioni etniche/religiose
Tribù Bantu, inclusi I 4 gruppi tribali maggiori (Fang, Bapounou, Nzebi, Obamba); altri afrivani ed europei 154,000, tra cui 10,700 Francesi e 11,000 persone con doppia azionalità. Cristiani: 55 %-75%, animisti, musulmani meno dell’1%.
· Regime politico
In base alla costituzione del 1961 (modificata nel 1975 e riscritta nel 1991), il Gabon si è trasformato in in una repubblica con una forma di governo presidenziale. Il parlamento (L'Assemblea nazionale) è bicamerale ed è composta da 120 deputati scelti per un mandato di cinque anni. Il presidente è scelto a suffragio universale per un mandato di sette anni. Il presidente nomina il primo ministro, il governo ed i giudici della Corte suprema indipendente.
· PNL pro-capite (US$)
$7,100 (2006)
· Crescita economica
1.2% (2006)
· Aiuto Estero
53.87 milioni di dollari (2005)
· HIV/AIDS (%)
8.1 %. Persone affette: 48.000. decessi: 3.000 (2003)
· Spesa militare (% PNL)
3.4% (2005)
· Popolazione (milioni)
1,454,867. Età media: 18.6 anni. Uomini: 18.4 anni. Donne: 18.8 anni
· Crescita demografica
2.036% (2007)
CONGO (BREZZAVILLE)· Fattore storico: conflitti
Guerra civile nel 1997.
· Rifugiati
56,380 (Repubblica Democratica del Congo), 6,478 (Rwanda)
· Sfruttamento petrolio
267,100 bbl/giorno (2005). Uno dei maggiori paesi dell’Africa Centrale produttore di petrolio.
· Area geografica
342 mila km2.
· Fazioni etniche/religiose
Kongo 48%, Sangha 20%, M'Bochi 12%, Teke 17%, Europei e altri 3%. Cristiani: 50%. Animisti: 48%. Musulmani: 2%.
· Regime politico
Repubblica. Il sistema legale è basato su quello francese.
· PNL pro-capite (US$)
$1,400 (2006)
· Crescita economica
6.1% (2006)
· Aiuto Estero
1.449 bilioni di dollari (2005)
· HIV/AIDS (%)
4.9% (2003 est.). persone affette: 90.000. decessi: 9.700
· Spesa militare (% PNL)
3.1 % (2006)
· Disastri Naturali
Assenza di acqua potabile, inquinamento, disboscamento.
· Popolazione (milioni)
3,800,610. Eà media: 16.7 anni. Uomini: 16.4 anni. Donne: 17 anni
· Crescita demografica
2.639% (2007)
CAMERUN
· Rifugiati
39,303 (Chad), 9,711 (Nigeria), 13,000 (Repubblica Centrafricana). Sono da aggiungere altri 10,000 rifugiati centroafricani.
· Disoccupazione
30% (2001)
· Sfruttamento petrolio
82,300 bbl/giorno (2005)
· Area geografica
475,440 km2
· Fazioni etniche/religiose
Camerunens 31%, Bantu equatoriali 19%, Kirdi 11%, Fulani 10%, Bantu del nordovest 8%, Nigritic dell’est 7%, altri Africani 13%, non-Africani 1%. Religione: credi indigeni 40%, cristiani 40%, musulmani 20%.
· Regime politico
Repubblica. Regime presidenziale multipartitico. Il sistema legale è basato su quello francese con influenze del common law.
· PNL pro-capite (US$)
$2,500 (2006)
· Crescita economica
3.9% (2006)
· Aiuto Estero
1.26 bilioni di dollari (2005)
· HIV/AIDS (%)
6.9%. persone affette: 560.000. decessi: 49.000 (2003).
· Spesa militare (% PNL)
1.3% (2006)
· Disastri Naturali
Periodiche attività vulcaniche con fuoriuscita di gas, desertificazione.
· Popolazione (milioni)
18,060,382. Età media: 18.9 anni. Uomini: 18.7 anni. Donne: 19 anni (2007).
· Crescita demografica
2.241% (2007)
SAO TOME' e PRINCIPE
· Fattore storico: conflitti
Nel luglio del 2003 l'esercito prese il potere per una settimana, protestando per la corruzione politica e la conseguente iniquità nella distribuzione dei proventi dell'estrazione petrolifera, divenuta nel frattempo una delle voci importanti dell'economia dell'arcipelago. Dopo un periodo di trattativa, il presidente Fradique de Menezes, esautorato dal colpo di stato, fu rimesso in carica. Menezes vinse nuovamente le elezioni nel 2006, ed è tuttora al governo del paese.
· Area geografica
1,001 km2, 5 volte la grandezza di Washington DC.
· Fazioni etniche/religiose
mestico, angolares, forros, servicais, tongas, Europei (soprattutto Portoghesi)
· Regime politico
São Tomé e Príncipe è divisa in 2 province: Principe e Sao Tomé. Le province sono ulteriormente divise in 7 distretti: 6 su Sao Tomé, 1 su Principe. È una repubblica democratica e il sistema legale è basato prevalentemente su quello portoghese.
· Nuovi Stati formazione instabile
Prima dell'arrivo dei Portoghesi (avvenuto fra il 1469 e il 1471), le isole di São Tomé e Príncipe erano disabitate. I Portoghesi decisero che le isole rappresentavano una base ideale per il commercio della costa, e completarono il primo insediamento stabile a São Tomé nel 1493. Verso la fine degli anni '50 un piccolo gruppo di abitanti di São Tomé formarono il Movimento per la Liberazione di São Tomé e Príncipe (MLSTP), che aveva la propria base nel vicino Gabon. l'indipendenza dell'arcipelago, ufficializzata il 12 luglio 1975.
· Corruzione
Nel luglio del 2003 l'esercito prese il potere per una settimana, protestando per la corruzione politica e la conseguente iniquità nella distribuzione dei proventi dell'estrazione petrolifera, divenuta nel frattempo una delle voci importanti dell'economia dell'arcipelago.
· PNL pro-capite (US$)
$1,200 (2003)
· Crescita economica
4.4% (2006)
· Aiuto Estero
31.9 milioni di dollari furono elargiti nel dicembre del 2000 sotto il programma HIPC. Il debito pubblico ammontava nel 2003 a 318 milioni di dollari.
· Spesa militare (% PNL)
0.8% (2006)
· Disastri Naturali
Disboscamento, erosione del suolo.
· Popolazione
199,579. Età media: 16.2 anni. Uomini: 15.7 anni. Donne: 16.8 anni (2007)
· Crescita demografica
3.13 % (2007)
ANGOLA· Fattore storico: conflitti
Verso la fine degli anni Cinquanta nacquero dei movimenti indipendentisti. In particolare il Movimento Popolare per la Liberazione dell'Angola (MPLA), fondato nel 1956, decise, nel 1961, di ricorrere alla lotta armata. Nella stessa epoca si costituirono anche altri movimenti indipendentisti, il Fronte di Liberazione Nazionale dell'Angola (FNLA) e l'Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola (UNITA). Le tre formazioni agirono in modo separato e in diverse aree del paese. Nel 1974, in seguito al colpo di stato in Portogallo, cessarono le ostilità e venne instaurato un governo di coalizione fra i movimenti indipendentisti che ebbe però breve durata, l'11 novembre 1975 il MPLA dichiarò l'indipendenza del paese, riconosciuta dal Portogallo, Agostinho Neto, leader del movimento divenne il primo presidente del paese. Dal luglio 1975 il paese divenne teatro di una guerra civile nella quale erano contrapposti non solo contrasti etnici e interni ma forze straniere interessate alle risorse (petrolio) dell'Angola e alla sua posizione strategica.
Mentre il MPLA, movimento marxista-leninista, era appoggiato da Cuba e dall'Unione Sovietica, l'UNITA era sostenuto da Stati Uniti e Sudafrica. Il conflitto continuò fino alla firma di un accordo di pace, voluto dalle potenze straniere dopo i cambiamenti nello scenario internazionale, siglato il 1 maggio 1991. Nel 1992 si tennero le elezioni presidenziali che videro la vittoria del MPLA, José Eduardo dos Santos, leader del partito, divenne presidente. L'UNITA, guidato da Jonas Savimbi, non accettò l'esito elettorale e il paese entrò in una nuova fase di guerra civile. Il 20 novembre 1994 a Lusaka in Zambia nel contesto del cosiddetto protocollo Lusaka venne stipulato un secondo accordo di pace che prevedeva la reintegrazione dei ribelli nel governo nazionale e nelle forze armate. Nell'aprile 1997 venne creato un governo di unità nazionale dal quale l'UNITA venne però espulso in seguito alla ripresa delle azioni di guerriglia.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votò delle sanzioni contro l'UNITA (28 agosto 1997) e nel 1999 le unità militare angolane sferrarono un duro colpo ai ribelli riprendendo il controllo delle principali città della regione controllata dall'UNITA. Savimbi dichiarò allora la lotta di guerriglia che dilaniò il paese provocando un milione e mezzo di morti e centinaia di migliaia di senzatetto. Le ostilità proseguirono fino alla morte di Savimbi (primavera 2002) quando i ribelli deposero le armi dopo la garanzia di un'amnistia generale e dell'integrazione nelle forze armate ufficiali.
Gli anni di guerra civile rendono più difficoltoso il percorso di democratizzazione del paese, tra le difficoltà è da citare quella delle migliaia di persone che hanno abbandonato i loro villaggi a causa dei conflitti.
· Rifugiati
13,464 (Repubblica Democratica del Congo)
· Disoccupazione
Più della metà della popolazione vive nella disoccupazione.
· Sfruttamento petrolio
La presenza del petrolio è abbondante, esso viene soprattutto estratto nei dintorni della capitale Luanda. Il petrolio viene gestito da compagnie estere ed è diventato la più importante fonte di ricchezza. la fonte più importante è rappresentata dal petrolio, la cui estrazione annua è in media di 10 milioni di tonnellate.
· Area geografica
1,246,700 km2
· Fazioni etniche/religiose
Ovimbundu 37%, Kimbundu 25%, Bakongo 13%, mestico (misto europeo e nativi africani) 2%, Europei 1%, altri 22%. Religione: Animisti 47%, Cattolici 38%, Protestanti 15%.
· Regime politico
Repubblica Presidenziale.
· PNL pro-capite (US$)
$4,500 (2006).
· Crescita economica
16.1% (2006).
· Aiuto Estero
441.8 milioni di dollari (2005). Il debito pubblico ammonta a circa 10 bilioni di dollari.
· HIV/AIDS (%)
3.9% (2003). Persone affette: 240.000. decessi: 21.000 (2003)
· Spesa militare (% PNL)
5.7% (2006)
· Disastri Naturali
Periodiche ma intense inondazioni.
· Popolazione (milioni)
12,263,596. Età media: 17.9 anni. Uomini: 17.9 anni. Donne: 17.9 anni (2007)
· Crescita demografica
2.184% (2007)
Organizzazioni internazionali presenti nella macro areaUE-Africa
Nel luglio del 2006, la Commissione europea ha varato un partenariato UE-Africa per sviluppare le grandi reti trans africane.
La proposta è quella di creare un partenariato tra l’Unione europea e l’Africa dedicato alle infrastrutture per realizzare gli obiettivi definiti dall'Unione africana e dal programma NEPAD (vedi di seguito). Un importo di base pari al 5,6 miliardi di euro a valere sul 10° Fondo europeo di sviluppo (FES, 2008-2013) sarà destinato alle infrastrutture nel settore dei trasporti terrestri, dell’energia, dell'acqua, delle tecnologie dell'informazione e delle reti di telecomunicazione in una prospettiva regionale.
Il partenariato beneficia di un importo di base pari al 5,6 miliardi di euro a valere sul 10° FES (2008-2013). Tale stanziamento si basa su una combinazione di risorse nazionali, regionali e intra-ACP del FES. Ad esso si aggiungeranno gli importi dei programmi bilaterali degli Stati membri dell’UE. In tal senso, il partenariato rappresenta un'occasione per applicare concretamente la dichiarazione riguardante il “consenso europeo” sullo sviluppo, approvata nel dicembre 2005 dal Consiglio, dalla Commissione e dal Parlamento europeo. L’accordo mira a promuovere la convergenza, il coordinamento e l'efficacia degli aiuti finanziari dei donatori europei sulla base di progetti prioritari, e quindi a “fare meglio”.
Il partenariato disporrà inoltre di un nuovo fondo fiduciario UE per le infrastrutture in Africa, istituito in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI). Tale fondo rappresenta un modo innovativo per la Commissione e per gli Stati membri interessati di partecipare ai cofinanziamenti con la BEI e con le istituzioni finanziarie europee e africane che si occupano di sviluppo.
Verranno stanziati a breve termine 60 milioni di euro a valere sul 9° FES. La BEI si è impegnata a fornire prestiti pari a 260 milioni di euro.
Il ruolo dell’ONU
Il ruolo dell’ONU nei conflitti e nella difesa dei diritti dell’uomo in tutto il mondo, dunque anche in Africa, viene definito dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo.
Nell’Articolo 73 della Carta dell’ONU, i paesi membri riconoscono il principio dei diritti civili dei popoli che vivono in territori non indipendenti. Le potenze coloniali si impegnavano a rispettare la cultura dei popoli delle colonie, a favorirne il progresso politico, economico e sociale. Dovevano altresì, favorire l’aspirazione politica dei popoli colonizzati, e ad aiutarli nello sviluppo progressivo delle loro istituzioni politiche, scientifiche e di formazione. Con l’articolo 74 si impegnavano a trattare i cittadini sotto la loro amministrazione nello stesso modo delle popolazioni della cosiddetta madrepatria. Le Nazioni Unite hanno svolto un ruolo determinante nell’emancipazione dei paesi africani e nella eliminazione dell’apartheid in Africa australe. Durante questi due momenti storici l’azione dell’ONU è stata costantemente rivolta verso il riconoscimento dei diritti fondamentali di intere società. Purtroppo l’indipendenza dei paesi africani non ha portato molti miglioramenti alle condizioni di vita e ad un maggiore rispetto dei diritti fondamentali dei popoli africani, sia a livello individuale che collettivo. Le potenze coloniali, malgrado l’impegno preso con l’ONU di preparare le colonie all’indipendenza, creando a tale scopo delle strutture amministrative e di formazione, non diedero nessuna preparazione ai paesi africani. Questo handicap ha avuto conseguenze nefaste per l’integrità territoriale e la stabilità politica, economica e sociale delle nuove nazioni.
Una volta conquistata l’indipendenza, i leader africani, poco preparati ad assumere delle responsabilità inerenti alla gestione di una nazione, commisero molti errori. Col pretesto della lotta contro il tribalismo e il separatismo, divennero dei dittatori sanguinari e corrotti. Dei 53 paesi che conta l’Africa ce ne sono pochi dove non ci siano state arrecate serie offese ai diritti umani delle popolazioni. Durante la guerra fredda, l’ONU era paralizzata dai veti dei 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Perciò i dittatori violavano (e continuano a violare) i diritti fondamentali dei loro popoli, senza che l’ONU potesse mai reagire. Infatti essendo un’associazione di nazioni, le sue azioni erano bloccate da una interpretazione restrittiva dell’articolo 2 della sua Carta. Il punto 7 di questa Carta dice che nessuna parte di essa autorizza le Nazioni Unite ad una ingerenza negli affari interni dei paesi membri.
Fino alla fine degli anni ’80, tranne che in Congo, l’Onu non è mai intervenuta, nonostante tutte le guerre che ci sono state e le gravi violazioni dei diritti umani. Dittatori come Idi Amin Dada, Menghistu Hoile Mariam, Sekou Touré, Mobutu Sese Koko, ecc. hanno fatto soffrire i loro concittadini violandone anche i diritti alla vita. Malgrado le circa 30 guerre, principalmente civili, che soltanto negli anni Settanta hanno avuto luogo in tutta l’Africa, l’Onu non si occupò mai di alcun caso di violazione dei diritti umani.
Su 55 missioni svolte dal 1948 ben 17 hanno avuto luogo in Africa, principalmente dalla fine della guerra fredda. Queste missioni hanno avuto sempre luogo per porre fine a conflitti entro i confini di uno stesso paese.
Per tutti i mali dell’Africa ci sono delle strutture del sistema ONU che hanno come compito di trovare delle soluzioni come UNICEF, FAO, UNESCO, UNHCR, ecc.. Ma l’azione di queste strutture sono fortemente ostacolate dall’insufficienza di finanziamento. Inoltre la loro dipendenza finanziaria da pochi paesi risulta dannosa per la loro credibilità perché ci sono dei tentativi di strumentalizzare l’ONU per gli scopi politici di singoli membri. Basti pensare che i problemi che non interessano questi finanziatori non vengono nemmeno presi in considerazione.
Il conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, il più sanguinoso dai tempi della Seconda guerra mondiale, ha visto il suo tragico apice tra il 1998 e il 2002, causando oltre 3,3 milioni di morti e circa 3 milioni di sfollati.
Come risposta all'emergenza, il 30 maggio 2003 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha autorizzato l'intervento di una forza multinazionale di pace a Bunia, nel Nord-Est e, dal 1° settembre 2003, l'invio di 10.800 caschi blu Missione dell'ONU per il Congo (MONUC) dispiegati in Ituri, nel nord Kivu e nel Sud Kivu.
Organizzazioni regionali dell’Africa
Inoltre esistono Organizzazioni regionali africane costituite da Stati africani. Nell’ambito di tali organizzazioni vengono siglati Accordi, Trattati, sia a livello regionale che internazionale vincolanti per gli Stati aderenti. Tra le più importanti, soprattutto per la macroarea di interesse, sono:
ACP (African, Caribbean and Pacific o Africa, Caraibi e Pacifico) mira allo sviluppo dei rapporti commerciali tra i Paesi membri nell’ambito di un vasto progetto volto a promuovere un nuovo ordine economico mondiale.
AU (African Union o Unione Africana o UA) promuove l’unità e la solidarietà degli Stati africani sottolineando da un lato la sovranità degli stati membri e cercando dall’altro, di porre fine ad ogni forma di retaggio coloniale. Obiettivo della Confederazione è accelerare il processo d’integrazione del continente nel tentativo di intensificare gli sforzi per la risoluzione dei problemi sociali, economici e politici. La sua struttura si articola in diverse istituzioni.
AEC (African Economic Community o Comunità economica africana). Si pone come obiettivo la creazione di zone di libero scambio, di un mercato unico nonché di una banca centrale e di una valuta comune.
AfDB o BAFS (African Development Bank o Banca africana di sviluppo). Ha come obiettivo la promozione dello sviluppo economico e del progresso sociale dei Paesi membri. Ne fanno parte 77 Paesi africani (che detengono i 2/3 del capitale) ma anche alcuni Paesi europei e africani.
ECA (Economic Commission for Africa o Commissione Economica per l’Africa) La Commissione economica per l'Africa è stata istituita dal Consiglio economico e sociale (Ecosoc) delle Nazioni Unite nel 1958 come una delle cinque commissioni regionali delle Nazioni Unite. Il mandato dell’ECA è quello di promuovere l'evoluzione economica e sociale degli Stati membri e la cooperazione internazionale per sviluppo dell'Africa. Vi aderiscono 90 Paesi. Ha sede ad Addis Abeba (Etiopia).
CEMAC (Economic Community and monetary of Central-African o Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale). Ha l’obiettivo di coordinare e rafforzare un mercato comune dell’Africa centrale e promuovere l'integrazione economica tra i Paesi che utilizzano la medesima valuta (il franco CFA). Gli Stati membri che vi aderiscono sono sei. Ha sede a Bangui (Repubblica Centrafricana).
NEPAD (New Partnership for Africa’s Development o Nuova partnership per lo sviluppo dell’Africa). Progetto guida nel campo dello sviluppo per la neo costituita Unione africana. Obiettivo del Nepad è affrontare le sfide poste dal continente africano al fine di avviare un programma di sviluppo sostenibile.
Per quanto riguarda l'Unione Africana (abbreviato UA o AU) si tratta di un'organizzazione di tipo sovranazionale e intergovernativo comprendente la quasi totalità delle nazioni africane; l'unico stato non aderente è il Marocco. Ha sede ad Addis Abeba, in Etiopia. Si tratta di un'organizzazione molto giovane, nata ufficialmente con il primo vertice dei capi di Stato e di Governo del 9 luglio 2002 a Durban, in Sudafrica. Nel corso del primo vertice, al quale presenziava tra gli altri l’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, furono sottoscritti i primi atti riguardanti gli organi dell'Unione, ovvero il Protocollo relativo allo stabilimento del Consiglio di Pace e Sicurezza e lo Statuto della Commissione, e furono stabilite regole e procedure per l'Assemblea, il Consiglio Esecutivo e il Comitato dei Rappresentanti Permanenti.
Tra le Istituzioni finanziarie va ricordata la Banca Centrale Africana, il Fondo Monetario Africano Banca Africana degli Investimenti.
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