Estrazione di gas in Africa Boom per il Mozambico Fabio Dani 28/08/2013 |
La zona è stata scoperta ed esplorata dall'Eni e poi suddivisa in quattro aree, in cui operano varie società come l’americana Anadarko, l’ente cinese per il gas e altre compagnie petrolifere. L'Eni opera nell'area 4, di cui detiene il 50%. Valuta le riserve dell’area in cui opera pari a 2650 miliardi di metri cubi. Allo stato del Mozambico è riservato il 10%.
Non solo gas
Secondo il governo, entro cinque anni il Paese comincerà a prosperare. Nonostante un tasso di sviluppo che negli ultimi anni ha sfiorato il 10%, il Mozambico è ancora uno dei paesi più poveri del continente.
A schiudere nuovi scenari di crescita non sono solo i nuovi giacimenti di gas, ma anche la produzione di carbone della regione settentrionale del Tete. È da qui che grazie alla colossale diga di Cahora Bassa, viene esportata elettricità in Zimbabwe e in Sud Africa. Stando alle previsioni, il carbone pari oggi a circa 40 mila tonnellate annue, potrebbe diventare la risorsa più importante del continente.
Queste prospettive di sviluppo attraggono gli investimenti stranieri, in primis portoghesi e brasiliani, che si aggiungono a quelli sudafricani. La presenza cinese resta stabile e si basa su uno scambio di fatto. Con le loro maestranze, i cinesi costruiscono gratuitamente palazzi delle istituzioni caserme e infrastrutture In cambio acquistano ingenti quantità di legname che viene imbarcato e poi trattato direttamente in Cina. Si parla di 500 mila containers all’anno in partenza soprattutto da Nacala, un porto spesso citato come punto di passaggio della droga asiatica destinata all’Europa.
A seguire attentamente la situazione sono i grandi donatori internazionali che provvedono tra l’altro a coprire il 40% della spesa sanitaria e cercano di promuovere un miglioramento della governante del Paese. La nuova ricchezza può e deve migliorare in modo sostanziale la vita dei 24 milioni di abitanti in settori fondamentali come l’accesso all’acqua e ai servizi igienici, le strutture sanitarie e la lotta all’analfabetismo.
Ricchezze non handicap
Affinché la transizione porti benessere ai cittadini, evitando tensioni locali, sviluppando e controllando gli investimenti e consolidando la democrazia, devono essere superati vari ostacoli. Vanno migliorati molti aspetti della vita politica, economica, sociale e culturale del Paese.
Da vent’anni il governo è espressione del Frelimo, l’ex movimento rivoluzionario che combatté per l’indipendenza dal Portogallo e successivamente si scontrò con la Renamo - un movimento allora sostenuto dal Sud Africa - in una sanguinosa guerra civile durata 16 anni e conclusasi nel 1992. Ma né il Frelimo né la minoritaria e scarsamente organizzata opposizione della Renamo sembrano possedere una visione organica del futuro del Paese. Si limitano per lo più ad assumere posizioni politiche nazionalistiche.
La corruzione è ampiamente diffusa ed imperversa a vari livelli, allargando le differenze tra una popolazione povera e una ridotta classe borghese in ascesa, in gran parte collegata al partito di governo. L’opposizione porta come esempio le ricchezze accumulate dalla figlia del presidente Armando Guebuza che, secondo la rivista Fortune, sarebbe la seconda donna più ricca d’Africa.
Con una società civile ancora debole, una governante fragile e scarsamente trasparente ed una stampa che, seppur libera, non riesce ad andare a fondo dei problemi, è alto il rischio che il Mozambico diventi una seconda Angola, dove le enormi risorse naturali del Paese si trasformano da ricchezza in handicap. Soprattutto dopo che gli attuali scontri armati con la Renamo, nel nord del Paese, hanno messo in evidenza la mancanza di dialogo tra il Frelimo e le altre formazioni politiche.
La storia del Mozambico è arrivata ad un punto di svolta con la scoperta delle immense risorse naturali, ma affinché queste fruttino è necessario un cambiamento nella politica della maggioranza e un rafforzamento della società civile.
Fabio Dani è consulente aziendale.