Critiche alle parole del Presidente Morsi sono giunte dalle autorità di Addis Abeba, che hanno dichiarato la propria indisponibilità a interrompere i lavori. Il Ministro degli Esteri egiziano, Mohamed Kamel Amr, dovrebbe recarsi in Etiopia nella giornata di domenica per incontrare il suo omologo e cercare una soluzione condivisa sulla questione. Il Cairo considera il progetto una violazione alle disposizioni coloniali, che assegnavano all’Egitto e al Sudan il diritto di utilizzare il 90 pe! r cento delle acque del fiume. L’Etiopia, da parte sua, non considera più in vigore tale disposizione: già nel 2010, infatti, aveva avviato trattative con Ruanda, Uganda, Kenya e Tanzania per regolare in modo più equo la distribuzione delle acque del Nilo, giungendo alla stipula dell’Entebbe Framework Agreement, che l’Egitto, lo scorso gennaio, si è rifiutato di firmare.
sabato 15 giugno 2013
Egitto: la disputa per l'acqua con l'Etiopia
Il Presidente Morsi, parlando nelle scorse ore alla Popular Conference on Egypt’s Right to Nile Water, è tornato a difendere la posizione del proprio governo riguardo la disputa con l’Etiopia sulle acque del Nilo. Oggetto della contesa è l’annunciato inizio dei lavori, lo scorso 28 maggio, per la parziale deviazione del corso del Nilo Blu, necessaria per proseguire la costruzione della Great Ethiopian Renaissance Damn (GERD), la più grande diga idroelettrica del continente. Il progetto, che permetterebbe al governo di Addis Abeba di produrre annualmente all’incirca 15 mila GW di energia, è stato osteggiato dall’Egitto sin dal 2010: costruita nella regione etiope di Benishangul-Gumuz, le autorità del Cairo sostengono che la GERD devierebbe uno dei principali affluenti del Nilo, riducendo la disponibilità di acqua per la popolazione egiziana. Nonostante le rassicurazioni ricevute da un panel internazionale di esperti (l’IPoE), Mo! rsi ha ribadito l’intenzione del governo di ricorrere a qualsiasi misura si rivelasse necessaria per preservare le attuali forniture d’acqua al proprio Paese (l’Egitto riceve dal Nilo attualmente 55 miliardi di metri cubi l’anno). Secondo il governo egiziano, una riduzione significativa della capacità idrica del Nilo potrebbe avere ripercussioni, in particolare, sull’attività agricola, aggravando le già precarie condizioni economiche che il Paese si trova ad affrontare.
Critiche alle parole del Presidente Morsi sono giunte dalle autorità di Addis Abeba, che hanno dichiarato la propria indisponibilità a interrompere i lavori. Il Ministro degli Esteri egiziano, Mohamed Kamel Amr, dovrebbe recarsi in Etiopia nella giornata di domenica per incontrare il suo omologo e cercare una soluzione condivisa sulla questione. Il Cairo considera il progetto una violazione alle disposizioni coloniali, che assegnavano all’Egitto e al Sudan il diritto di utilizzare il 90 pe! r cento delle acque del fiume. L’Etiopia, da parte sua, non considera più in vigore tale disposizione: già nel 2010, infatti, aveva avviato trattative con Ruanda, Uganda, Kenya e Tanzania per regolare in modo più equo la distribuzione delle acque del Nilo, giungendo alla stipula dell’Entebbe Framework Agreement, che l’Egitto, lo scorso gennaio, si è rifiutato di firmare.
Critiche alle parole del Presidente Morsi sono giunte dalle autorità di Addis Abeba, che hanno dichiarato la propria indisponibilità a interrompere i lavori. Il Ministro degli Esteri egiziano, Mohamed Kamel Amr, dovrebbe recarsi in Etiopia nella giornata di domenica per incontrare il suo omologo e cercare una soluzione condivisa sulla questione. Il Cairo considera il progetto una violazione alle disposizioni coloniali, che assegnavano all’Egitto e al Sudan il diritto di utilizzare il 90 pe! r cento delle acque del fiume. L’Etiopia, da parte sua, non considera più in vigore tale disposizione: già nel 2010, infatti, aveva avviato trattative con Ruanda, Uganda, Kenya e Tanzania per regolare in modo più equo la distribuzione delle acque del Nilo, giungendo alla stipula dell’Entebbe Framework Agreement, che l’Egitto, lo scorso gennaio, si è rifiutato di firmare.
(Fonte C.E.S.I.)
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