lunedì 29 settembre 2014
Uganda: l'insorgenza è in ripresa
Lo scorso 6 luglio un gruppo
di uomini armati non meglio identificati ha attaccato alcune postazioni di
polizia e caserme nei distretti ugandesi di Kasese, Ntoroko e Bundibugyo, al
confine con la Repubblica Democratica del Congo (RDC), provocando la morte di
58 persone (41 assalitori e 17 tra poliziotti e civili). Sebbene l’attacco non
sia stato rivendicato, sono forti i sospetti che la responsabilità sia del
gruppo ugandese ADF-Nalu, nato dall’unione delle Forze Democratiche Alleate
(ADF) e dall’Esercito Nazionale per la Liberazione dell’Uganda (NALU) e
costituito per la maggior parte da miliziani islamici affiliati alla setta
Jammaat Tabligh. La ripresa dell’insorgenza di ADF-Nalu, che ha a lungo
sfruttato le province orientali del Congo come retroterra per i propri attacchi,
costituirebbe una seria minaccia alla sicurezza di Kampala, poiché il gruppo
agisce in funzione antigovernativa ed è riuscito progressivamente a canalizzare
il forte malcontento delle comun! ità musulmane più deboli e marginalizzate. A
suscitare forte preoccupazione è la possibilità di una graduale infiltrazione
di ADF-Nalu da parte di elementi del network jihadista regionale, in
particolare miliziani del gruppo somalo al-Shabaab. Infatti, alla luce della
recente internazionalizzazione operativa di al-Shabaab, è ravvisabile
l’intenzione di intensificare i rapporti tra le due formazioni per aprire un
nuovo fronte dell’insorgenza jihadista. L’Uganda è impegnata nella lotta ad
al-Shabaab nel contesto della missione AMISOM e potrebbe quindi rappresentare
un obiettivo sensibile per l’islamismo radicale del Corno d’Africa, come
confermato dai 2 attentati che hanno insanguinato Kampala nel 2010 e
dell’allarme terrorismo lanciato dalle autorità statunitensi lo scorso 3
luglio. Nella fattispecie, l’obbiettivo dei miliziani sarebbe stato l’aeroporto
internazionale di Entrebbe.
Fonte CESI Newsletters 152
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