venerdì 18 ottobre 2013
Egittto: la difficile transizione
Civiltà
Cattolica, Quindicinale, anno 164, 19 settembre 2013, n. 318;
info@laciviltàcattlica;
Le
imponenti manifestazioni di piazza di fine giugno 2013 in Egitto, capeggiate
da movimenti di matrice laica, nonché la raccolta di circa 22 milioni di firme
contro il Governo in carica, hanno “legittimato” l’intervento dell’esercito
contro l’esecutivo “islamista” presieduto da Mohamed Morsi, il quale è stato
arrestato e detenuto in un luogo segreto. In questo modo, L’esercito, nella
persona del generale Abdel Fathal Al Sisi. È diventato nuovamente, come nel
recente passato, l’ago della bilancia della politica egiziana. Soprattutto dopo
i fatto sanguinosi di ferragosto, ci si chiede quale sarà il futuro
dell’Egitto. Infatti la radicalizzazione dello scontro politico alla fine
potrebbe avvantaggiare, come è avvenuto in passato, le frange estreme
dell’islamismo jihadista, nuocendo molto alla democrazia, all’economia in forte
crisi ed alla convivenza in Egitto tra mussulmani e cristiani copti, i quali
chiedono di non essere considerati più cittadini di secondo ordine.
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