Master
in
“Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale”
“L’IMPIEGO DELLA FORZA MILITARE NELLE
OPERAZIONI DI CONTROINSORGENZA”
Oggetto
della mia tesi è l’analisi delle operazioni di controinsorgenza, cioè quella
operazioni in cui, spesso, gli attacchi asimmetrici sono una costante da parte del
nemico. Attacchi privi di qualsiasi etica e umanità, attuati con qualsivoglia
mezzo contro i contingenti impiegati ma anche contro i civili. Scopo degli
insorti è quello di generare un’iper-reazione da parte delle forze armate
alleate che sfoci in un dissenso generalizzato, sia della popolazione locale
che dei propri governi, verso l’operazione in itinere.
In
tale contesto, il mio obiettivo è quello di
comprendere quale deve essere l’effettivo impiego della forza militare per reagire
a questo tipo di minaccia. Se un uso esagerato della forza da parte di
questa, infatti, può essere deleterio, dall’altro lato un uso minimalista è altrettanto
rischioso. Rischioso perché può essere percepito come un’apparente debolezza
del contingente militare, che può causare un rafforzamento degli insorti ma
anche un dissenso da parte della popolazione locale. Questi ultimi, infatti potrebbero
percepire il contingente come un inutile e mero portatore di problemi anziché
di soluzioni.
È
questo il dilemma che si presenta ai leader militari e che deve portarci ad una
riflessione sul reale scopo dell’impiego militare in tali contesti. Sapendo che
il centro di gravità in questo tipo di operazioni è proprio il consenso della
popolazione locale, una corretta strategia può essere identificata nella
conquista di “cuori e menti” attraverso un supporto a 360 gradi del governo statale
e della popolazione.
Permane
comunque la necessità di pianificare ed attuare correttamente una ricostruzione
a seguito del conflitto. Gettare le basi per una reale costituzione di uno
Stato in grado di potersi gestire in maniera autonoma, con delle forze militari
e di polizia atte a mantenere un adeguato livello di sicurezza.
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