se.
Lo scorso 31 agosto un commando di al-Shabaab, gruppo terroristico somalo affiliato ad al-Qaeda, ha attaccato la base militare di Janale (50 km a sud di Mogadiscio), causando la morte di 50 soldati ugandesi parte del contingente di AMISOM (African Union Mission in Somalia). L’elevata sofisticazione dell’attacco, caratterizzata dall’uso combinato di un attentatore suicida e di un nutrito gruppo di miliziani, ha dimostrato che, nonostante le perdite umane e territoriali degli ultimi due anni, il movimento jihadista somalo appare ben lungi dall’essere sconfitto e continua a rappresentare una seria minaccia alla stabilizzazione della Somalia e alla sicurezza di tutta la regione. Infatti, nonostante il contingente dell’Unione Africana e il Governo di Mogadiscio controllino, non senza difficoltà, i principali centri urbani del Paese, le aree rurali e numerosi villaggi sono tutt’ora amministrati dai miliziani di al-Shabaab.
Negli ultimi tre mesi il gruppo jihadista è tornato a colpire con maggiore frequenza e durezza sia gli avamposti e le truppe di AMISOM sia le istituzioni ed alcune personalità influenti del panorama politico somalo. Una simile ripresa della attività su larga scala è probabilmente dettata dalla necessità, da parte del nuovo emiro del gruppo Ahmed Omar, di rafforzare la propria leadership dopo la morte del suo predecessore Ahmed Abdi Godane, dimostrando al contempo la vitalità e la forza di al-Shabaab.
Il bisogno di rafforzare il proprio ruolo di comando e l’esigenza di sottolineare la perduranza del fronte jihadista somalo e di tutto il Corno d’Africa, potrebbero tradursi in un prossimo aumento degli attacchi nella regione, sia contro obbiettivi militari che contro obbiettivi civili, inclusi cittadini stranieri.
Somalia
Fonte. C.E.S.I Vk 184
Nessun commento:
Posta un commento