Morsi è stato posto agli arresti domiciliari e altri 300 membri della Fratellanza, tra cui il leader Mohamed al-Badie, sono stati arrestati nelle ore successive.
L’intervento delle Forze Armate era stato annunciato nei giorni scorsi, in seguito alle proteste organizzate dalle opposizioni il 30 giugno, in occasione dell’anniversario dell’elezione di Morsi. Alle manifestazioni, infatti, avevano fatto seguito duri scontri tra oppositori e sostenitori dell’ormai ex Presidente, di ! fronte ai quali l'Esercito aveva dato al governo un ultimatum di 48 ore per ripristinare le condizioni di sicurezza necessarie a superare la crisi.
Controversa è stata la reazione della comunità internazionale. Se Stati Uniti e Unione Europea hanno espresso con cautela la propria preoccupazione per quello che, di fatto, è stato l'esautoramento da parte dei militari di un Presidente uscito vincitore da libere elezioni, i Paesi del Golfo – Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar in particolare – hanno invece porto le proprie congratulazione al neo Presidente Mansour ed elogiato l'intervento delle Forze Armate a tutela della volontà popolare.
Benché il Generale Sisi avesse dichiarato la volontà delle Forze Armate di prendere le distanze dalla vita politica nazionale, l'Esercito ancora una volta ha rappresentato l'ago della bilancia per l'equilibrio istituzionale del Paese. Saranno, infatti, i militari a farsi garanti del nuovo processo di transizione, come già! era accaduto nel febbraio 2011, sull'onda delle rivoluzioni che avevano portato alla destituzione dell'ex dittatore Hosni Mubarak, quando era stato il Consiglio militare a governare il Paese alle successive elezioni.
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