La Federazione Russa ha intrapreso una penetrazione in
Africa volta a ristabilire il ruolo di potenza globale dopo il crollo della Unione Sovietica in
Africa. Questa penetrazione nel Continente Nero non è stata contrastata da
nessuno e fino al 2022 non era un problema per il mondo occidentale.
Con l’Invasione
della Ucraina l’Europa e gli Stati Uniti si sono accorti che la Federazione non
è più quel patner innocuo, anzi utile ai
propri commerci, ma un competitor per non dire un vero e proprio nemico.
Quindi sono emerse diverse interpretazioni
da quelle correnti sulla Russia. Una di queste è proprio l’Africa. Il primo
dato della Carta (Fonte Limes, Rivista Italiana di Geopolitica) mostra quali
paesi hanno espresso un voto di condanna alla invasione dell’Ucraina del
febbraio 2022: in grigio quelli che lo hanno espresso, ma la sopresa è stata
quelli che si sono astenuti (in arancione) per arrivare ad un contrario, ovvero
alla approvazione della invasione, L’Eritrea. Un successo strategico per Mosca.
Attraverso le milizie “Wagner” ed altri gruppi Libia, Mali, Repubblica Centroafricana
Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone, Guinea, Sudan, Magadascar,
Zimbawe, Angola Mozambico sono controllate da Mosca o nell’orbita politica russa.
La Russia vende ai paesi africani quasi il 38 % del totale delle Armi vendute
in Africa. Attraverso questo canale Nigeria, Camerum, Sud Suda, Algeria ed
Etiopia sono legate a Mosca.
In pratica Mosca controlla oltre al metà dei paesi
africani. Se aggiungiamo che sembra probabile che Porto Sudan ospiti
infrastrutture militari russe, si può già dire che Mosca finalmente è riuscita
a mettere le mani sui traffici che passano per Suez, ma la estromissione della
Francia ed il suo ritiro stanno dimostrando il contrario.
Dopo la ribellione del Gruppo Wagner, giugno 2023,
rimane il dilemma che venendo meno questo strumento il potere di controllo di
Mosca sia diminuito.
Permanendo la guerra di logoramento in Ucraina, le
sanzioni in atto, il confronto con la Cina, la Russia rimane il quesito se
Mosca riuscirà nel breve periodo a sostenere le sue politiche in Africa,
accollando tutti i pesi di Stati che sono praticamente sull’orlo del fallimento
e del collasso, a cui potrebbe non essere sufficiente il drenaggio delle loro
materie prime strategiche.
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