martedì 21 gennaio 2014
Divampa di nuovo il conflitto etnico
Sud Sudan
Il Presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha annunciato in un discorso alla nazione di aver sventato un colpo di Stato del suo ex Vice Presidente Riek Machar, uscito dal governo a luglio. A Juba tra lunedì e martedì ci sono stati violenti scontri tra soldati ribelli e forze regolari, che hanno causato la morte di circa 500 persone secondo fonti ONU. Le forze di sicurezza governative affermano di avere il controllo della capitale, di aver arrestato diversi politici coinvolti nel golpe e di essere alla ricerca di Machar. Nonostante ciò la lotta tra le due fazioni continua: una sede della missione ONU ad Akobo – città al confine con l’Etiopia – è stata attaccata dai ribelli provocando tre morti tra i caschi blu. Dopo appena due anni dalla indipendenza dal Sudan, sancita da un referendum secessionista, le tensioni all’interno della elite al potere sono sfociate nella violenza settaria. Nonostante Kiir e Machar siano gli esponent! i di punta del Sudan People's Liberation Movement (SPLM) - il più importante partito indipendentista - sono divisi da appartenenze tribali. Il Presidente fa capo alla tribù dinka, la maggioritaria nel Paese, mentre l’ex Vice Machar proviene dalla numerosa tribù di nuer. Entrambe sono stanziate nel Sud Sudan centro settentrionale, principalmente tra la regioni di Bahr al-Ghazal e Kordofan. In queste aree vi sono i più importanti giacimenti petroliferi dello Stato e la loro gestione diviene fonte di problemi. Le tensioni claniche si acuiscono poi maggiormente quando, durante la stagione secca, i sottogruppi familiari dei due clan invadono le corrispettive aeree durante le migrazioni. La ripartizione di potere si è sempre dimostrata più difficile tra le due più importanti tribù, arrivando a sfociare nel tentativo di colpo Stato. Il clan nuer sta cerando con la violenza di arrivare all’apice del potere scalzando i dinka che dominano la politica sud-sudanese dal 2! 005.
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