venerdì 14 ottobre 2011
Siccità nel Corno d'Africa
La scarsità e l’irregolarità delle piogge dall’autunno 2010 all’estate 2011 ha provocato una delle peggiori siccità degli ultimi decenni in tutta l’area del Corno d’Africa e nei paesi limitrofi. In particolare le aree più colpite sono: il centro-sud della Somalia dove in cinque regioni è stato dichiarato lo stato di carestia, in quasi tutto il Kenya soprattutto le regioni del nord e dell’est, la parte meridionale ed orientale dell’Etiopia, l’Eritrea sopratutto nella zona ovest in misura un po’ minore Gibuti. Meno intensamente sono stati colpiti dalla crisi anche il nord dell’Uganda, l’area orientale del Sud Sudan e la parte nord della Tanzania. Si stimano circa12,4milioni di persone che necessitano di aiuto: 3,7 in Somalia, 4,8 in Etiopia, 3,7 in Kenya e 160.000 a Gibuti.
Questa situazione è esacerbata da altri fattori quali l’aumento dei prezzi alimentari e del petrolio, la crescente desertificazione di alcune aree, i limitati investimenti nelle politiche agricole la mancanza di una reale politica di sicurezza e sovranità alimentare. Ciò ha portato ad un allarmante scarsità di scorte alimentari, pascoli per gli animali, risorse idriche oltre che ad un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie soprattutto per le fasce più deboli che innalza drasticamente il rischio di epidemie ( il colera ed altro) peraltro già in atto nei campi profughi e nelle aree colpite. Inoltre occorre tener conto che la siccità ha colpito popolazioni che già versavano in uno stato di povertà più o meno accentuato. Emblematica la situazione nella Somalia che si trova da due decenni in una situazione di anarchia e conflitto e dell’Etiopia dove, oltre a coloro colpiti dalla crisi, vi sono altre 7,5 milioni di persone che non sono in gradi di procurarsi cibo autonomamente e vengono assistite dal governo. Migliaia i profughi somali che ogni giorno fuggono dal loro paese concentrandosi prevalentemente nei campi di Daaab in Kenya e Dollo Ado in Etiopia. Nel primo sono rifugiate più di 400.000 persone nel secondo 118.000 Si prevede che l’emergenza durerà per almeno 4-5 mesi er che il numero di persone colpite aumenterà del 25% . In Kenya e in Etiopia a partire da ottobre dovrebbe esserci un miglioramento della situazione relativa alla sicurezza alimentare, mentre in Somalia occorrerà attendere dicembre/gennaio per avere speranza di qualche progresso. La situazione di crisi seppur di minore intensità si estenderà anche in Sudan e nella repubblica del Sud Sudan
(fonte Il Missionario Francescano; per approfondimenti: centrmiss@libero.it)
Questa situazione è esacerbata da altri fattori quali l’aumento dei prezzi alimentari e del petrolio, la crescente desertificazione di alcune aree, i limitati investimenti nelle politiche agricole la mancanza di una reale politica di sicurezza e sovranità alimentare. Ciò ha portato ad un allarmante scarsità di scorte alimentari, pascoli per gli animali, risorse idriche oltre che ad un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie soprattutto per le fasce più deboli che innalza drasticamente il rischio di epidemie ( il colera ed altro) peraltro già in atto nei campi profughi e nelle aree colpite. Inoltre occorre tener conto che la siccità ha colpito popolazioni che già versavano in uno stato di povertà più o meno accentuato. Emblematica la situazione nella Somalia che si trova da due decenni in una situazione di anarchia e conflitto e dell’Etiopia dove, oltre a coloro colpiti dalla crisi, vi sono altre 7,5 milioni di persone che non sono in gradi di procurarsi cibo autonomamente e vengono assistite dal governo. Migliaia i profughi somali che ogni giorno fuggono dal loro paese concentrandosi prevalentemente nei campi di Daaab in Kenya e Dollo Ado in Etiopia. Nel primo sono rifugiate più di 400.000 persone nel secondo 118.000 Si prevede che l’emergenza durerà per almeno 4-5 mesi er che il numero di persone colpite aumenterà del 25% . In Kenya e in Etiopia a partire da ottobre dovrebbe esserci un miglioramento della situazione relativa alla sicurezza alimentare, mentre in Somalia occorrerà attendere dicembre/gennaio per avere speranza di qualche progresso. La situazione di crisi seppur di minore intensità si estenderà anche in Sudan e nella repubblica del Sud Sudan
(fonte Il Missionario Francescano; per approfondimenti: centrmiss@libero.it)
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